La pietra del paragone

Date dell'opera
Titolo: La pietra di paragone / la prova d'amore
Titolo originale: La pietra del paragone
Frontespizio del libretto, Milano 1812

Frontespizio del libretto, Milano 1812

Forma: Melodramma giocoso
Lingua originale: italiano
Musica: Gioachino Rossini
Libretto : Luigi Romanelli
Prima: 26 settembre 1812
Luogo della prima: Milano Scala
Tempo di esecuzione: circa 2 ¾ ore
Luogo e ora dell'azione: un popoloso e ricco borgo, non lontano da una delle grandi città d'Italia, nelle sue vicinanze e soprattutto in una graziosa villa del Conte Asdrubale lì
persone
  • La marchesa Clarice, vedova spiritosa, saggia e di buon cuore, spera nella mano del Conte Asdrubale ( Alt )
  • La baronessa Aspasia (Baronessa), rivale della Marchesa Clarice, non per amore, ma per tornaconto ( soprano )
  • Donna Fulvia, rivale della Marchesa Clarice, non per amore, ma per tornaconto ( mezzosoprano )
  • Il conte Asdrubale (Conte), ricco nobile, non disposto a sposarsi, non per una rigida avversione al matrimonio, ma per la presunta difficoltà di trovare una buona moglie ( Bass )
  • Il cavaliere Giocondo, poeta, amico del conte e riluttante amante non corrisposto della marchesa Clarice ( tenore )
  • Macrobio, giornalista incompetente, presuntuoso e corrotto (basso)
  • Pacuvio, poeta incapace (basso)
  • Fabrizio, custode e confidente del conte (basso)
  • Coro di giardinieri, ospiti, cacciatori e soldati
  • Numerosi ruoli silenziosi

La pietra del paragone (Eng. La pietra di prova o la prova di amore ) è un " melodramma giocoso " in due atti di Gioachino Rossini ( musica ) con un libretto da Luigi Romanelli . Fu rappresentata per la prima volta il 26 settembre 1812 al Teatro alla Scala di Milano.

complotto

Il conte Asdrubale può scegliere tra tre donne. Per metterlo alla prova, si traveste da mercante turco e finge la propria rovina. In questa situazione, solo Clarice continua a stargli accanto. Nel secondo atto, Clarice, da parte sua, mette alla prova l'amore del Conte fingendosi suo fratello gemello che vuole portarla via con sé. Solo dopo che il conte ha chiesto seriamente la mano della sorella, lei si rivela ei due si ritrovano.

primo atto

Giardino della villa del Conte Asdrubale

Scena 1. Un coro misto di ospiti e giardinieri. Entrano uno dopo l'altro Pacuvio, Fabrizio, la Baronessa Aspasia e Donna Fulvia. Il coro loda la ricchezza e la generosità del Conte, che ha difficoltà a scegliere una moglie adatta (Introduzione I: “ Non v'è del Conte Asdrubale ”). Pacuvio tenta invano di recitare la sua nuova poesia. Siccome l'azienda non ne vuole sapere, tenta la fortuna con il custode Fabrizio e la baronessa. I due riescono a staccarsi quando Fulvia appare e confisca Pacuvio.

Scena 2. Pacuvio si complimenta con Fulvia. Tuttavia, lei gli dice che spera nella mano del Conte a causa della sua fortuna. Ma lei promette a Pacuvio una bella vita appena sposata. Quando i due vedono avvicinarsi il poeta Giocondo - che odia Pacuvio - e il giornalista Macrobio, si allontanano.

Scena 3. Macrobio e Giocondo discutono violentemente sul significato della loro rispettiva arte (duetto: “ Mille vati al suolo io stendo ”). Alla fine cambiano argomento. Macrobio è curioso di sapere quale delle vedove presenti riceverà il favore del Conte. Tocca la marchesa Clarice. Giocondo, che è interessato allo stesso Clarice, acconsente con rammarico. Tu vai.

Scena 4. Entra Clarice. Si lamenta dell'incertezza del suo amore. Il Conte fa sempre eco alle sue ultime parole, non visto. Queste parole dimostrano che la ama ( "non t'amo" - "t'amo" / "Pietà di te non sento" - "sento" ). Clarice acquista fiducia che lui la preferirà alle altre due donne (Cavatine: " Eco pietosa "). Si nasconde per guardarlo.

Scena 5. Appare il Conte. Dopo essersi accertato che Clarice se ne sia andata, rivela le sue opinioni sul matrimonio in un self-talk: proverebbe dei sentimenti per Clarice se non sapesse che le donne sono imbroglioni (Cavatine: " Se di certo io non sapessi "). Ma non vuole essere sedotto, ma anela alla lealtà. Come può scoprire quale delle tre vedove non solo cerca i suoi soldi, ma ama se stesso?

Scena 6. Clarice esce dal nascondiglio. Scherza con il Conte sul fatto che l'eco sia maschio o femmina. Aveva l'impressione che le avesse dichiarato il suo amore. Il Conte replica che l'eco di tanto in tanto spinge alle battute (duetto: “ Conte mio, se l'eco avesse ”). Tu vai.

Scena 7. Macrobio corteggia la baronessa. Gli ricorda che lei è la vedova di un barone e che lui è solo un giornalista. Inoltre, il conte è ricco. Se questo non funziona, tuttavia, è pronta ad accettare i suoi servizi. Nel frattempo, poteva far ingelosire un po' il conte. Poi quando lei sarà ricca, anche lui sarà soddisfatto. Tu vai.

Scena 8. Fulvia vuole regalare una rosa al conte. Lo mostra a Pacuvio e gli permette di recitare la sua poesia (aria " Ombretta sdegnosa del Missipipì "). Fulvia lo elogia.

Scena 9. Il conte li raggiunge, perso nei suoi pensieri. Il suo cuore parla per Clarice, ma non sa come agire. Pacuvio esorta Fulvia a dargli la rosa. Poiché esita, Pacuvio le mostra le parole poetiche con cui potrebbe presentare la rosa. Il conte è stupito del suo comportamento e dei versi inappropriati e fa fatica a trattenere le risate.

Scena 10. Il conte sta pianificando una "prova d'amore" per i candidati. A tal fine, vuole travestirsi da africano. Fabrizio deve assisterlo. Il conte se ne va.

Scena 11. Fabrizio si preoccupa per il suo padrone.

Camera al piano terra con accesso al giardino

Scena 12. Clarice racconta a Giocondo del suo defunto fratello gemello Lucindo. Giocondo si rammarica del suo interesse per il Conte. Quando esprime il desiderio che anche lei si rivolga a lui, la sua espressione si incupisce - che quando appare Macrobio, si rallegra di nuovo. Macrobio e Giocondo tornano subito a litigare sui loro temi preferiti di giornalismo e poesia. Anche il conteggio interviene. Solo Clarice riesce a calmarla dichiarando che tutti e tre sono irragionevoli e contraddittori: il conte vuole e non vuole, Giocondo tace e sospira, e Macrobio loda o critica - ma nessuno di loro può giustificare il suo comportamento (quartetto: " Voi Volete, e non volete "). Fabrizio porta una lettera al conte. Lo legge e fa finta di essere preoccupato. Nel frattempo, gli altri sono perplessi sul messaggio che hanno ricevuto. Tutti vanno.

Scena 13. Pacuvio ha intenzione di mostrare la sua nuova poesia Macrobio in modo che il suo giornale possa coprirla. Viene Fulvia e dice che non capisce perché il conte abbia riso. Pacuvio pensa che sia successo semplicemente per la gioia. La baronessa viene cercando Macrobio. Pacuvio va a prenderlo ea portare la sua poesia all'uomo.

Scena 14. La baronessa e Fulvia cercano di scoprire cosa provano reciprocamente per il conte. Entrambi affermano di essere stati trattati con molta cortesia da lui. Pacuvio torna con Macrobio. Tuttavia, non è interessato alla sua poesia, perché ha già materiale sufficiente per i prossimi sei mesi ed è completamente sovraccaricato dalle richieste dei tanti artisti (aria: “ Chi è colei che s'avvicina? ”).

Giardino come prima

Scena 15. Un coro di giardinieri lamenta il Conte, che si è tristemente ritirato nella sua stanza (coro: “ Il Conte Asdrubale ”). Si allontanano e appare Clarice, seguita dal suo ammiratore Giocondo. Macrobio, che finge di non averla notata, recita la storia dell'amore segreto tra Medoro e Angelica, perseguitati dal Conte Orlando (Finale II: “ Su queste piante incisi ”). Dopo un po' Macrobio finge di notare Clarice e Giocondo e spiega loro il soggetto della sua poesia in tono sarcastico. Lui va. La Baronessa e Fulvia vengono a riferire a Clarice e Giocondo che il Conte ha perso tutta la sua fortuna (Finale I-II: “ Oh caso orribile! ”). Fulvia è sollevata dal fatto che non l'abbia sposata. La Baronessa e Fulvia vanno a scoprire maggiori dettagli.

Scena 16. Tornano Macrobio e Pacuvio. Macrobio dice che qualcuno ha presentato una cambiale centenaria da sei milioni. Quando Clarice ha chiesto del creditore, Pacuvio e Macrobio rispondono con speculazioni selvagge: veniva dal Giappone - dal Canada - era un turco dalla Gran Bretagna - un tedesco dalla Bevagnia (la terra dei bevitori). Clarice e Giocondo se ne vanno, esasperati.

Scena 17. La Baronessa e Fulvia vengono ad annunciare l'arrivo del credente. Poco dopo compare il conte travestito con alcuni servitori e marinai, oltre ad alcuni presunti membri della corte. Fabrizio finge di essere estremamente preoccupato. In uno strano italiano, che gli altri capiscono appena, il conte presenta la presunta cambiale. Quando scoprono che sta per "sigillare" l'intera proprietà, si preoccupano dei propri beni, compresi gli oggetti di valore della Baronessa e di Fulvia, i manoscritti e i drammi di Macrobio e Pacuvio. Le importa meno dei beni del Conte.

Cortile in casa del Conte

Scena 18. Mentre Clarice medita sulla sua fedeltà al Conte, quest'ultimo appare apparentemente cupo nei suoi stessi vestiti (Finale I-III: “ Non serve a vil politica ”). Giocondo cerca di dargli coraggio. I tre si rendono conto che gli eventi avversi sono una "pietra di paragone" per l'amicizia. Macrobio, Pacuvio, la Baronessa e Fulvia si uniscono e si congratulano con Clarice che ora ha il Conte tutto per sé (Finale I-IV: “ Marchesina… Contessina… ”). Il conte chiede ai presenti come vogliono sostenerlo nella sua disgrazia. Macrobio propone un articolo di giornale e Pacuvio un'elegia, ma la Baronessa e Fulvia evitano l'argomento. Giocondo, invece, mette la sua casa a disposizione del Conte, e Clarice gli offre la mano.

Ultima scena. Fabrizio arriva raggiante di gioia con il coro di ospiti e giardinieri. Presenta un vecchio documento che sostiene di aver trovato in un armadio polveroso e che corrisponde al valore equivalente della cambiale (Finale IV: “ Viva, viva! / In un cantone ”). Con ciò si salva il conteggio. Tutti esprimono la loro gioia: Clarice e Giocondo con genuina cordialità, la Baronessa, Fulvia, Macrobio e Pacuvio, invece, si limitano a fingere.

Secondo atto

Stanza in casa del Conte, come nel primo atto

Scena 1. Prima compaiono da una parte la baronessa, Fulvia e il coro degli invitati, poi Macrobio e il conte, dall'altra Giocondo e Pacuvio. Mentre il coro commenta la partenza dello straniero, la Baronessa e Fulvia pensano a come vendicarsi del Conte, di Clarice e di Giocondo (Introduzione II: “ Lo stranier con le pive nel sacco ”). Macrobio e Pacuvio si scusano con il Conte per il loro comportamento: Macrobio afferma di scherzare - Pacuvio, invece, rivendica la libertà poetica. Giocondo non ha altro che disprezzo per loro. Mentre sta parlando con il conte, la baronessa si avvicina a Macrobio e Fulvia Pacuvio per usarli per i loro scopi. Macrobio racconta alla baronessa una nuova moda cinese che presto pubblicherà sul suo giornale. Pacuvio dice con sicurezza a Fulvia che Giocondo aveva solo finto la sua amicizia con il Conte. Macrobio e Pacuvio concordano sui piani delle due donne. Il conte chiede una battuta di caccia e manda un servitore a prendere Clarice. Fulvia decide di restare in casa.

Scena 2. Fulvia trattiene Macrobio e la baronessa e sussurra qualcosa all'orecchio della baronessa. La baronessa disse poi a Macrobio che Fulvia era già stata vendicata perché Pacuvio aveva sconfitto Giocondo in battaglia. Macrobio dovrebbe quindi sfidare il conte per salvarle l'onore. Sebbene Macrobio dubiti dell'azione di Pacuvio, promette alla baronessa di farlo dopo la caccia.

Una foresta

Scena 3. Un coro di cacciatori invita ironicamente il poeta Pacuvio a cacciare (chorus: “ A caccia, o mio signore ”). Quando si alza il vento, alcuni uccelli si alzano in volo e Pacuvio punta il fucile a caso senza mai sparare (Temporale: “ Sì, sì, ci parleremo ”). Il vento si trasforma in temporale. In preda al panico, Pacuvio cerca rifugio e finalmente riesce a fuggire.

Scena 4. Passata la tempesta, appare Giocondo, separato dagli altri. Paragona la tempesta alla tempesta nel suo cuore e pensa a Clarice, che immagina tra le braccia della sua amica. Segue un lamento sulla sua bellezza (scena e aria: “ Oh come il fosco impetuoso nembo - Quell'alme pupille ”).

Scena 5. Quando appare Clarice, Giocondo le racconta di tre nemici che ha nel petto: la loro felicità, il suo amore e la sua amicizia. Clarice cerca di consolarlo e promette che un giorno anche lui troverà l'amore. Inosservati da loro due, Macrobio, il conte e la baronessa si susseguono e assistono alla scena (quintetto: “ Spera, se vuoi, ma taci ”). Macrobio stuzzica il conte dicendo che la baronessa è la prima vedova a vantarsi di fedeltà. Sembra che Clarice e Giocondo abbiano una relazione. Il conte esce dal suo nascondiglio e accusa Clarice di falsità.

Scena 6. Il coro dei cacciatori si lamenta che la caccia non è andata a buon fine a causa della tempesta. Solo il conte prese due piccioni - un'allusione a Clarice e Giocondo, che Clarice prende come un insulto. Scompaiono tutti mentre il temporale aumenta di nuovo.

Stanza al piano terra, come nel primo atto

Scena 7. Fulvia e Fabrizio erano rimasti in casa. Pacuvio va da loro senza fiato e afferma che avrebbe massacrato la partita se non fosse stato per il temporale. La prova della sua abilità è un uccellino morto che tira fuori dalla tasca, ma è morto per paura.

Scena 8. Giocondo assicura al Conte che Clarice è innocente. Il conte vorrebbe rallegrarsi un po' prima del suo matrimonio. Pensa a una farsa con Macrobio, che ha osato provocarlo.

Scena 9. Clarice arriva felice con una lettera aperta e annuncia la visita del fratello gemello Lucindo, che tutti avevano erroneamente creduto morto. Segretamente, tuttavia, chiede perdono al suo spirito per aver usato il suo nome per questo scopo.

Scena 10. Pacuvio porta un'altra lettera con una notizia: è arrivato il famoso Maestro Petecchia. Il conte ricorda uno dei sonetti di Giocondo che Giocondo poteva eseguire. Clarice, che lo ricevette da Fabrizio, lo recitò a memoria (sonetto: “ Sognai di Cimarosa, ahi vista amara! ”). Pacuvio pensa che la poesia sia “non male”. Clarice, il Conte e Giocondo vanno.

Scena 11. Pacuvio accusa Fulvia di aver divulgato la notizia della sua vittoria su Giocondo. Si giustifica dicendo che lo ha detto solo confidenzialmente alla baronessa, che a sua volta lo ha detto solo confidenzialmente a Macrobio. Fulvia pensa che sia giusto che Macrobio ne abbia parlato sul suo giornale, perché ormai tutti sanno che la loro vergogna è stata vendicata (aria: “ Pubblico fu l'oltraggio ”). Per evitare l'ira di Giocondo, Pacuvio pensa a un'altra bugia.

Scena 12. Giocondo ha sfidato a duello Macrobio. Macrobio, che non ha mai avuto una pistola in mano, rifiuta invano. Giocondo gli dà una pistola. Suggerisce che entrambi puntano troppo in alto, ma poiché Macrobio ha diffuso la menzogna di Pacuvio, la questione deve essere risolta. In un momento inosservato, Giocondo segnala a qualcuno in sottofondo. Il conte arriva con due servi, ciascuno con una spada. Sfida a duello anche Macrobio. C'è una breve disputa tra Giocondo e il Conte su chi può combattere per primo (trio: “ Prima fra voi coll'armi ”). Macrobio suggerisce di risolvere il loro disaccordo con le pistole. Combatterà quindi il sopravvissuto. I due rispondono e impugnano le spade. Dopo poco tempo, però, il conte dichiara che, in quanto ospite, deve lasciar partire per primo lo straniero. Giocondo dovrebbe quindi essere il primo a duellare con Macrobio. Macrobio protesta, sorpreso. Il conte fa finta di pensare e poi fa un suggerimento. Macrobio può capitolare se ammette un uomo pigro ( "un poltrone" ), un corrotto ( "un uom venale" ), un ridicolo donnaiolo ( "cicisbèo ridicolo" ) e il più grande ignorante ( "il fior degli ignoranti" ) essere. Quando Macrobio è d'accordo, il Conte e Giocondo mettono da parte le spade.

Nel villaggio. Diverse case accanto a quella del Conte. Vista sulla campagna con una piccola collina su un lato

Scena 13. Pacuvio esce dalla casa del Conte. Fulvia lo affronta e chiede una spiegazione per le sue bugie. Pacuvio fa finta di non volerlo e si guarda intorno cercando ciò con cui si è parlato. Ha poi affermato di non aver mai mentito in vita sua. Macrobio e la baronessa si uniscono a loro. Macrobio finge di aver appena provato molto. Assicura la baronessa che non è stato ferito nel duello. Quando vede Pacuvio, lo accusa di mentire.

Scena 14. Fabrizio è sceso dalla collina e annuncia ai paesani l'arrivo del fratello gemello di Clarice, Lucindo, capitano militare. Fulvia e la baronessa si chiedono come siano simili Clarice e Lucindo. Fabrizio va incontro al nuovo arrivato.

Scena 15. Mentre i presenti si fanno da parte, “Lucindo” / Clarice appare in divisa militare, accompagnato da alcuni ufficiali e soldati (marcia, scena e aria: “ Se l'itale contrade ”). Torna anche Fabrizio. Suona una marcia militare. "Lucindo" saluta la sua amata patria, che ha lasciato da bambino, ringrazia i soldati e annuncia l'imminente vittoria di Marte e Amor ( "Marte trionfi, e Amor" ). Entra nella casa del conte con Fabrizio e il suo seguito.

Scena 16. La Baronessa, Macrobio, Fulvia e Pacuvio notano come si assomigliano Clarice e Lucindo. La baronessa e Fulvia entrano in casa per conoscere meglio il capitano.

Scena 17. Macrobio e Pacuvio si stupiscono che un aspetto bellicoso possa fare alle donne molto di più di un articolo di giornale o di un sonetto. Li segui in casa.

Una galleria

Scena 18. "Lucindo" / Clarice annuncia al conte ea Giocondo che sua sorella Clarice non è più disponibile per un matrimonio perché vuole portarla con sé quando parte. Seguito da Giocondo, il conte si precipita fuori dalla stanza (aria: " Ah! Se destarti in seno "). Clarice poteva dire il suo amore genuino per lei dalla reazione inorridita del Conte.

Ultima scena. La Baronessa e Fulvia entrano nella stanza. Fulvia riferisce concitata che Giocondo ha impedito al Conte di uccidersi. Fabrizio arriva e porta a "Lucindo" / Clarice una lettera del Conte, nella quale chiede la mano della sorella. "Lucindo" accusa ricevuta con il suo vero nome "Clarice". Dopo che il conte è entrato ed è stato sorpreso dalla firma, Clarice si identifica. Tutti si stupiscono di questo inganno (Finale II: “ Voice Clarice? / Qual inganno! ”). Il conte e Clarice si chiedono perdono. Macrobio, Pacuvio e Giocondo stanno già pensando alle prossime nozze. Visto che ormai il conto è stato fatto, la baronessa e Fulvia si rivolgono a Macrobio oa Pacuvio, che però chiedono tempo per pensarci. Il conte, invece, ha ormai imparato a rispettare le donne.

disposizione

libretto

Il librettista Luigi Romanelli fu impiegato stabilmente alla Scala di Milano. Sebbene non sia un capolavoro, è considerato il suo miglior testo fino ad oggi. È adatto per il palcoscenico e, nonostante alcuni trucchi inutili nella trama, ha offerto a Rossini un modello ideale per la sua composizione umoristica.

Il titolo "pietra del paragone" significa letteralmente " pietra di paragone ". Con l'aiuto di una tale pietra, è possibile determinare il grado di purezza dei metalli preziosi. Nell'opera questo si riferisce due volte a un metodo per determinare l'affidabilità dell'amicizia e dell'amore.

Oltre alla trama vera e propria, il testo fa riferimento anche a un dibattito letterario-musicale. I tre ammiratori Macrobio, Pacuvio e Giocondo sono tutti scrittori, i cui nomi caricano ciascuno la loro origine. Il nome del Macrobio segnato negativamente è un'allusione al filosofo romano Macrobio Ambrosius Teodosio , l'omonimo di Pacuvio è anche lo scrittore romano Marco Pacuvio , e il nome del piuttosto serio nell'opera Giocondo è la parola italiana per "allegro". Presumibilmente queste allusioni si riferiscono all'opera che fu rappresentata subito prima con lo stesso cast alla Scala: Le bestie in uomini di Giuseppe Mosca . Quest'opera mostra alcuni paralleli con La pietra del paragone nella costellazione di figure e anche nei nomi dei ruoli . Inoltre, nel testo ci sono altri riferimenti ambigui a questa opera precedente, come B. nella poesia di Pacuvio " Ombretta sdegnosa del Missipipi " ("Ombra sprezzante del Missipipi") nell'ottava scena del primo atto.

Strumentazione

La formazione orchestrale dell'opera comprende i seguenti strumenti:

  • Due flauti / un ottavino, due oboi, due clarinetti, un fagotto
  • Due corni, due trombe
  • Timpani, grancassa , piatti
  • stringhe
  • Continuo

Numeri musicali

L'opera contiene i seguenti numeri musicali:

  • Sinfonia

primo atto

  • Introduzione I: " Non v'è del Conte Asdrubale " (scena 1)
  • Duetto (Macrobio, Giocondo): " Mille vati al suolo io stendo " (scena 3)
  • Cavatine (Clarice): " Eco pietosa " (scena 4)
  • Cavatine (Conte): " Se di certo io non sapessi " (scena 5)
  • Duetto (Clarice, Graf): " Conte mio, se l'eco avesse " (scena 6)
  • Aria (Pacuvio): " Ombretta sdegnosa del Missipipì " (scena 8)
  • Quartetto (Clarice, Graf, Giocondo, Macrobio): " Voi volete, e non volete " (scena 12)
  • Aria (Macrobio): “ Chi è colei che s'avvicina? "(Scena 14)
  • Coro: " Il Conte Asdrubale " (scena 15)
  • Finale I.
    • I: " Su queste piante incisi " (scena 15)
    • II: “ Oh caso orribile! "(Scena 15)
    • III: " Non serve a vil politica " (scena 18)
    • IV: " Marchesina... Contessina... " (scena 18)
    • V: “ Viva, viva! / In un cantone " (scena 19)

Secondo atto

  • Introduzione II: " Lo stranier con le pive nel sacco " (scena 1)
  • Coro dei cacciatori: " A caccia, o mio signore " (scena 3)
  • Temporale (Pacuvio): " Sì, sì, ci parleremo " (scena 3)
  • Scena e aria (Giocondo): " Oh come il fosco impetuoso nembo - Quell'alme pupille " (Scena 4)
  • Quintetto (Clarice, Baronin, Giocondo, Macrobio, Graf): " Spera, se vuoi, ma taci " (scena 5)
  • Sonetto (Clarice): “ Sognai di Cimarosa, ahi vista amara! "(Scena 10)
  • Aria (Fulvia): " Pubblico fu l'oltraggio " (scena 11)
  • Trio (Macrobio, Giocondo, Graf): " Prima fra voi coll'armi " (scena 12)
  • Marzo, scena e aria (Clarice): " Se l'itale contrade " (scena 15)
  • Aria (Graf): “ Ah! se destarti in seno " (scena 18)
  • Finale II: “ Voce Clarice? / Agonia inganno! "(Scena 19)

musica

Richard Osborne ha riassunto la musica nella sua biografia di Rossini del 1988 come segue:

"La pietra del paragone è piena di punti salienti, perché Rossini ha riempito l'ampio design di Romanelli con una musica di instancabile vitalità e sensazioni senza fine".

- Richard Osborne : Rossini - vita e lavoro

Particolarmente degni di nota nel primo atto sono il grande ensemble all'inizio, il già citato poema di Pacuvio, il Buffo trattato di Macrobio sul potere della stampa, il duetto lirico di eco Clarice e il Conte accompagnato dal corno nella quarta scena, e il finale esteso . L'apparizione del conte travestito nella diciassettesima scena diede a Rossini l'opportunità di suonare una delle musiche turche così popolari all'epoca. Parti importanti del secondo atto sono il coro del cacciatore, la scena della tempesta, il lamento di Giocondo sulla bellezza di Clarice nella quarta scena ("Quell'alme pupille"), il terzetto di Giocondo, Macrobio e il conte alla fine del duello nella dodicesima scena e nella scena Travesty Clarice.

È insolito per Rossini che il ruolo principale del Conte non sia cantato da un tenore, come al solito, ma da un basso, mentre l'unico tenore nel pezzo deve accontentarsi di un ruolo di supporto (Giocondo). Anche la protagonista femminile non è un soprano, ma un contralto.Una costellazione simile si trova solo ne Il turco in Italia .

Storia del lavoro

Con quest'opera il ventiquattrenne Rossini fece il salto al rinomato Teatro alla Scala di Milano . Ha ricevuto la commissione con il supporto degli influenti cantanti Marietta Marcolini e Filippo Galli, che avevano già partecipato alle prime opere di Rossini. Ha ricevuto un buon stipendio ed è stato anche congedato dal servizio militare. Rossini completò i primi pezzi della nuova opera l'11 luglio 1812, sebbene il libretto (quasi) completo di Luigi Romanelli non fosse disponibile fino al 21 agosto. Nonostante i problemi di salute, Rossini è riuscito a completare il punteggio nella metà del tempo previsto. Tuttavia, ha ripreso alcune parti delle sue prime opere Demetrio e Polibio e L'equivoco stravagante .

La prima ebbe luogo il 26 settembre 1812 e fu un enorme successo. Il contralto Maria Marcolini (Clarice), il soprano Carolina Zerbini (Baronessa), il mezzosoprano Orsola Fei (Fulvia), il tenore Claudio Bonoldi (Giocondo) e i bassi Filippo Galli (Graf), Antonio Parliamagni (Macrobio), Pietro Vasoli cantato (Pacuvio) e Paolo Rossignoli (Fabrizio). Nella stessa serata è stato dato il balletto (" ballo eroico-mitologico ") Ercole all'inferno di Alessandro Fabbri. Ci sono stati 53 spettacoli nella prima stagione. Il pubblico è riuscito a ripetere sette numeri nell'ultima esibizione. Da allora Rossini è conosciuto come " maestro di cartello " (un efficace compositore pubblicitario il cui nome è già garantito dal pubblico) e gli è stato concesso anche di chiamarsi " maestro di cappella ". La sua fama era ormai alla pari di maestri più anziani come Domenico Cimarosa , Giovanni Paisiello e Gaspare Spontini . Riuscì anche a utilizzare nuovi mezzi musicali per trasferire il genere dell'opera buffa nel XIX secolo.

Alla ripresa veneziana nell'aprile del 1813, l'opera sorprendentemente fallì. Fu quindi inizialmente sostituito dal Ser Marcantonio di Stefano Pavesi , ma vi si unì nelle esecuzioni successive, con il primo atto di Pavesi e il secondo atto di Rossini eseguiti uno dopo l'altro. Tuttavia, questo fallimento non ha avuto alcun effetto sull'ulteriore storia dell'opera. Nel ventennio successivo vi furono numerose altre rappresentazioni nelle città italiane, ma anche a Barcellona nel 1821, a Palma di Maiorca nel 1825 e a Madrid nel 1826. Una versione tedesca fu eseguita il 17 agosto 1817 con il nome Der Prüfstein al Royal Court Theatre di Monaco. Ci sono state altre esibizioni straniere a Porto, Parigi, Vienna, Lisbona, Graz, Berlino e Messico.

Rossini utilizzò nuovamente alcuni brani di quest'opera in opere successive. Pochi mesi dopo usò l'ouverture per Tancredi . Ha anche usato la musica della scena del temporale ne L'occasione fa il ladro e ne Il barbiere di Siviglia . Il trio si trova ne La gazzetta .

Il 27 novembre 1859 a Parigi Théâtre-Italien il pastiche Un Curioso Accidente quotata su libretto di Arcangelo Beret Toni, la cui musica lirica di Rossini La cambiale di matrimonio , La pietra del paragone , L'occasione fa il ladro e Aureliano in Palmira era preso. Il direttore del teatro, Torribio Calzado, aveva già annunciato nel 1857 quest'opera come la “nuova opera rossiniana”. Quando Rossini seppe dello spettacolo pianificato, scrisse a Calzado una lettera in cui si rifiutava di consentire che questo "mosaico" fosse pubblicizzato sotto il suo nome come una "nuova opera" e minacciava azioni legali se il manifesto non fosse stato modificato. Calzado ha effettivamente rimosso le parti rilevanti del manifesto, ma non ha inserito il testo proposto da Rossini, "Un'opera composta da commedie di Rossini di Mr Berretoni [sic]".

Più recentemente, La pietra del paragone è stata eseguita relativamente di rado, sebbene sia stata ampiamente elogiata in letteratura a partire da Vie de Rossini di Stendhal del 1823 - probabilmente a causa della predilezione di Stendhal per le prime opere di Rossini, che sono ancora nella tradizione di Cimarosa.

Dal 1963 in poi si diffuse una versione tedesca distorta di Paul Friedrich e Günther Rennert , che fu tradotta anche in italiano.

Un'edizione riveduta della partitura è stata pubblicata nel 1983 da Luigi Ferrari.

Nel 1998 la Garsington Opera in Inghilterra ha presentato una nuova produzione dell'opera. Nel 2001 e nel 2002 i Festival Rossini di Bad Wildbad e Pesaro hanno presentato l'opera - con Alessandro De Marchi e Carlo Rizzi sul podio. Nel 2007 l' Ensemble Matheus ha presentato l' opera diretta da Jean-Christophe Spinosi a Parigi e Alberto Zedda l'ha eseguita a Madrid. Nel 2017 l'opera è tornata in scena al Rossini Opera Festival Pesaro, diretto da Pier Luigi Pizzi .

Registrazioni

  • 6 giugno 1959 (abbreviato, in diretta da Piccola Scala, Milano): Nino Sanzogno (direttore d'orchestra), orchestra e coro del Teatro alla Scala . Fiorenza Cossotto (Clarice), Silvana Zanolli (Baronessa), Eugenia Ratti (Fulvia), Ivo Vinco (Graf), Alvinio Misciano (Giocondo), Renato Capecchi (Macrobio), Giulio Fioravanti (Pacuvio), Franco Calabrese (Fabrizio). Fonit Cetra DOC 8 2LP.
  • 31 ottobre 1972 (recitativi abbreviati, sottotesti in inglese, live da Alice Tully Hall, New York e registrazione in studio): Newell Jenkins (direttore), Clarion Concerts Orchestra and Chorus. Beverly Wolff (Clarice), Elaine Bonazzi (Baronessa), Anne Elgar (Fulvia), John Reardon (Graf), José Carreras (Giocondo), Andrew Foldi (Macrobio), Justino Diaz (Pacuvio), Raymond Murcell (Fabrizio). Vanguard CD: 08 9031 73, Vanguard LP: VSD 71183/4/5 (3), Orizzonte LP: AOCL 316002
  • 1982 (adattamento cinematografico): Piero Bellugi (direttore), Bratislava Opera Orchestra, Janáček Opera Chorus Brno. Alfredo Mariotti (Conte), Ugo Benelli (Giocondo), Claudio Desderi (Macrobio). Dreamlife VFZT 00889 (1 VC).
  • Settembre 1982 (in diretta da Edimburgo): Roberto Abbado (direttore d'orchestra), orchestra e coro del Teatro alla Scala di Milano. Júlia Hamari (Clarice), Gloria Banditelli (Baronessa), Marta Taddei (Fulvia), Justino Diaz (Conte), Paolo Barbacini (Giocondo), Claudio Desderi (Macrobio), Alessandro Corbelli (Pacuvio), Armando Ariostini (Fabrizio). Celestial Audio CA 386 (2 CD).
  • Aprile 1988 (video, live da Catania): Marcello Viotti (direttore d'orchestra), orchestra e coro del Teatro Massimo Bellini di Catania. Cecilia Bartoli (Clarice), Gloria Scalchi (Baronessa), Patrizia Orciani (Fulvia), Natale de Carolis (Conte), Luca Canonici (Giocondo), Bruno Praticò (Macrobio), Alfonso Antoniozzi (Pacuvio), Fabio Tartari (Fabrizio). Premiere Opera Ltd. DVD 5014 (1 DVD).
  • Aprile 1992 (in diretta da Modena): Claudio Desderi (direttore), Orchestra Camerata Musicale, Coro del Teatro Comunale di Modena. Helga Müller-Molinari (Clarice), Antonella Trovarelli (Baronessa), Maria Costanza Nocentini (Fulvia), Roberto Scaltriti (Conte), Maurizio Barbacini (Giocondo), Enzo di Matteo (Macrobio), Paolo Rúmetz (Pacuvio), Alessandro Svab (Fabrizio ). Nuova Era CD: 7132/33 (2 CD).
  • 1993 (abbreviato, in diretta da Martina Franca): Bruno Aprea (direttore), Orchestra Sinfonica di Graz. Sara Mingardo (Clarice), Elisbatta Gutierrez (Baronessa), Maria Cristina Zanni (Fulvia), Pietro Spagnoli (Conte), William Matteuzzi (Giocondo), José Fardilha (Macrobio), Marco Camastra (Pacuvio), Gioacchino Zarrelli (Fabrizio). CD Bongiovanni: GB 2179 / 80-2.
  • Luglio 2001 (live da Bad Wildbad): Alessandro De Marchi (direttore), Czech Chamber Soloists Brno, Prague Chamber Choir . Agata Bienkowska (Clarice), Anna Rita Gemmabella (Baronessa), Anke Herrmann (Fulvia), Raffaele Costantini (Graf), Alessandro Codeluppi (Giocondo), Dariusz Machej (Macrobio), Gioacchino Zarrelli (Pacuvio), Teru Yoshihara (Fabrizio). Naxos 8.660093-95 (3 CD).
  • Agosto 2002 (in diretta da Pesaro): Carlo Rizzi (direttore), Orchestra del Teatro Comunale di Bologna , Coro da Camera di Praga. Carmen Oprisanu (Clarice), Laura Brioli (Baronessa), Patricia Biccirè (Fulvia), Marco Vinco (Graf), Raúl Giménez (Giocondo), Pietro Spagnoli (Macrobio), Bruno de Simone (Pacuvio), Dariusz Machej (Fabrizio). Foné 10053 (3 CD), Rossini Opera Festival 11053 (2 CD).
  • 18 gennaio 2007 (DVD, live da Parigi): Jean-Christophe Spinosi (direttore d'orchestra), Ensemble Mattheus. Sonia Prina (Clarice), Jennifer Holloway (Baronessa), Laura Giordano (Fulvia), François Lis (Graf), José Manuel Zapata (Macrobio), Christian Senn (Pacuvio), Filippo Polinelli (Fabrizio). Naïve V 5089 (DVD)
  • Aprile 2007 (video, live da Madrid): Alberto Zedda (direttore), Orquesta Sinfónica de Madrid, Coro del Teatro Real Madrid. Marie-Ange Todorovitch (Clarice), Laura Brioli (Baronessa), Marco Vinco (Conte), Raúl Giménez (Giocondo), Pietro Spagnoli (Macrobio), Paolo Bordogna (Pacuvio). Opus Arte OA 0987 D (DVD).

letteratura

link internet

Commons : La pietra del paragone  - raccolta di immagini, video e file audio

Osservazioni

  1. Un tema dal Der Rasende Roland di Ludovico Ariosto . Orlando (Roland) è miseramente innamorato di Angelica.

Evidenze individuali

  1. a b c d e Herbert Weinstock : Rossini - Una biografia. Tradotto da Kurt Michaelis. Kunzelmann, Adliswil 1981 (1968), ISBN 3-85662-009-0
  2. a b c d Bernd-Rüdiger Kern: Testo che accompagna il CD Naxos 8.660093-95
  3. La pietra del paragone. Note sull'edizione critica di Patricia B. Brauner e Anders Wiklund , consultato il 9 novembre 2015.
  4. La pietra del paragone (1812) - Sommario su librettidopera.it.
  5. a b c d e f g h Richard Osborne: Rossini - vita e lavoro. Tradotto dall'inglese da Grete Wehmeyer. List Verlag, Monaco 1988, ISBN 3-471-78305-9
  6. a b c d e La pietra del paragone. In: Opernlexikon di Reclam. Biblioteca digitale volume 52. Philipp Reclam jun., 2001, p. 1973.
  7. ^ A b c d Wilhelm Keitel , Dominik Neuner : Gioachino Rossini. Albrecht Knaus, Monaco di Baviera 1992, ISBN 3-8135-0364-X
  8. ^ A b La pietra del paragone (Gioachino Rossini) nel sistema informativo Corago dell'Università di Bologna . Estratto il 5 settembre 2015.
  9. Rappresentazioni (1770-1830) de La pietra del paragone nel progetto d'opera DFG
  10. La pietra del paragone al Rossini Opera Festival di Pesaro , accesso 24 agosto 2017
  11. a b c d e f g h i j Gioacchino Rossini. In: Andreas Ommer : Elenco di tutte le registrazioni complete dell'opera. Zeno.org , volume 20.
  12. ^ Ammissione di Jean-Christophe Spinosi (2007) nella discografia de La pietra del paragone ad Operadis.
  13. ^ Ammissione di Alberto Zedda (2007) nella discografia de La pietra del paragone ad Operadis.