Traduzione reliquia

Trasferimento delle reliquie di S. Gregor nel monastero di Petershausen. Incisione, tardo XVII secolo

Nel cristianesimo, la traduzione delle reliquie è il solenne trasferimento ( latino translatio "trasferimento") di reliquie da un luogo all'altro. Le reliquie comprendono i resti ( reliquiae "lasciati indietro") del corpo, vesti e utensili di santi (inizialmente solo di martiri , poi anche di vergini , confessori ); inoltre, le cosiddette " reliquie del Signore ", che sono associate a Gesù Cristo . In un senso più ampio, il termine translatio sta anche per tutti i processi rito-liturgici connessi al trasferimento della / e reliquia / e, inoltre per la commemorazione della traduzione e la relazione letteraria su di essa

Processo di traduzione

  • Trovare la reliquia: inventio ("discovery", "discovery"), revelatio ("rivelazione")
  • Elevazione : elevatio ("elevazione, sospensione")
  • Trasferimento: translatio ("transfer", "relocation"), advectio ("transport"), illatio ("carry in"), processio ("movimento cerimoniale")
  • Reception: receptio (" reception ", "reception"), adventus ("arrivo solenne", "arrivo")
  • Cauzione: depositio ("caparra, caparra")

Le forme liturgiche emerse nella tarda antichità e nell'alto medioevo sono registrate negli Ordines Romani XLI-XLIII. Poiché le reliquie sono incorporate nell'altare durante la consacrazione dell'altare, è stato un fenomeno estremamente comune. Il permesso per l'elevazione e la traduzione era solitamente concesso dal vescovo locale prima che le procedure di canonizzazione cadessero nella giurisdizione esclusiva della Santa Sede dalla fine del X secolo .

Rapporto di traduzione come genere letterario

Il termine translatio , come i nomi dei singoli processi nel loro contesto, è stato usato da un lato per nominare i rispettivi giorni della memoria della chiesa, che sono stati celebrati nei principali luoghi di culto oltre al giorno della morte del rispettivo santo , dall'altro, translatio in un senso più ampio denota anche uno specifico genere letterario del Medioevo, il reportage di traduzione , in cui sono riportati il ​​corso della traduzione ed i miracoli avvenuti nel corso di essa . Si tratta in particolare di miracoli di guarigione durante la traduzione e dopo di essa, ma anche visioni e altri miracoli che avrebbero permesso di ritrovare le reliquie o attraverso i quali il santo avrebbe dovuto testimoniare la sua volontà di soggiornare nel nuovo luogo . Anche la meravigliosa punizione di coloro che disprezzano i santi non è rara. I vari generi dell'agiografia - biografia dei santi (Vita, Passio, Conversatio, leggenda ), rapporto di traduzione e libro dei miracoli - possono essere incontrati come unità letteraria, ma anche come opere autonome. Queste registrazioni furono fatte perché il culto del santo iniziò con la prima traduzione e la diffusione del suo culto fu accompagnata da ulteriori traduzioni. La documentazione dei miracoli, che, inizialmente secondo la tradizione orale, sarebbero dovuti avvenire in occasione della traduzione, era importante perché sembravano certificare l'autenticità delle reliquie oltre che l'efficacia e la venerabilità del santo. Pertanto, vengono spesso nominati testimoni presumibilmente affidabili e vengono fornite informazioni precise sulla posizione, più raramente vengono menzionate anche le date. Particolarmente influenti sullo sviluppo del genere di 22 lettere di furono il padre della chiesa Ambrogio sulla traduzione dei martiri Gervasio e Protasio , numerosi rapporti di traduzione a Gregorio di Tours , così come l'era carolingia la Translatio SS. Marcellini et Petri (cfr. Marcellino e Pietro ) di Einhard . I rapporti di traduzione non hanno una forma letteraria uniforme. Appaiono sia come testi indipendenti che possono essere assegnati alla storiografia e all'agiografia, sia incorporati in opere storiografiche o come parte di biografie . Sono principalmente scritti in prosa , ma appaiono anche in versi . Sono spesso concepiti come lettere o sermoni ( sermoni ).

Inizi dello sviluppo storico

Con la traslazione delle reliquie e il collegamento tra la tomba reliquiario e l' altare, la prima usanza di celebrare l' Eucaristia in memoria dei defunti nei pressi della tomba di un martire è cambiata dalla metà del VI secolo . Le ossa dei martiri venivano ora portate sull'altare della chiesa parrocchiale per rafforzare “l'appropriazione della salvezza dentro e fuori il culto” con l'aiuto delle potenti reliquie e per stabilire “un governo e una protezione del santo sulla singola chiesa”. Questa assegnazione delle reliquie agli altari sembra essere suggerita da Rivelazione 6: 9: "E quando [l'Agnello] aprì il quinto sigillo [del libro], vidi sotto all'altare le anime di coloro che erano stati uccisi per la Parola Di Dio e per la loro testimonianza ”. Secondo questo, le anime dei martiri trovano il loro posto ai piedi dell'altare celeste davanti al trono di Dio. “L'antica legge religiosa della corrispondenza celeste-terrena - come in cielo così in terra” - richiedeva allora di creare una corrispondenza sulla terra con il luogo dell'anima in cielo. I corpi furono così trasferiti ai piedi degli altari della chiesa ”. Inoltre, si fa riferimento ad Ambrogio di Milano, il quale, secondo Angenendt, aggiunse un'interpretazione decisamente eucaristica:“ I sacrifici vittoriosi [dei martiri] dovrebbero spostarsi nel luogo dove Cristo, il sacrificio è: quello che ha sofferto per tutti, sull'altare, quello sotto l'altare, perché sono stati redenti attraverso le sue sofferenze. ”Secondo la legge sacra romana, le tombe erano intoccabili; Ad esempio, si dice che Gregorio Magno affermasse che il desiderio di qualcuno di toccare i corpi dei santi era insopportabile e sacrilego per i romani. Il Codex Theodosianus , che fu pubblicato nel 438, vietava, tra le altre cose, la ↑ seppellimento dei morti, lo smembramento dei cadaveri dei santi e gli affari con le loro parti. "Tuttavia, ciò non sembra aver ostacolato la solenne elevazione e traslazione delle ossa da parte dell'autorità ecclesiastica, al massimo la grave ferita privata". La traduzione dei santi sugli altari divenne rapidamente una necessità a causa di regolamenti che rendevano indispensabile dotare gli altari di reliquie e alla fine del VI secolo era "una rarità quando non c'erano reliquie in un altare".

Prima traduzione documentata di reliquie nella storia della chiesa

La prima traduzione chiaramente documentata delle reliquie è il trasferimento delle ossa del vescovo martire antiocheno Babylas a Dafne (l'odierna Harbiye), un sobborgo di Antiochia sull'Oronte (l'odierna Antakya), per ordine di Cesare Gallo ( Flavio Costanzo Gallo ) durante il suo regno dal 351 al 354 dC Babylas, in qualità di vescovo di Antiochia, dovrebbe consentire l' accesso alla chiesa all'imperatore Filippo Arabi e alla moglie Otacilia Severa durante la veglia pasquale a causa del presunto assassinio dell'imperatore Gordon III. perché l'imperatore non se ne era ancora pentito, dopodiché il successore imperiale Decio lo fece arrestare nel contesto della persecuzione dei cristiani per vendetta per il disonore della dignità imperiale. Ci sono affermazioni contraddittorie sulla causa della morte di Babylas. Frutaz cita John Chrysostom , dopo di che Babylas è stato strangolato durante la custodia; altri attribuiscono la sua morte 250/251 alle conseguenze di maltrattamenti durante la detenzione. Da allora Babylas è stata venerata come santa e resa la santa principale di Antiochia. Un secolo dopo la sua morte, l'imperatore Gallo fece trasferire le sue spoglie a Dafne, "per spostare lì il culto di Apollo". L'imperatore Giuliano l'Apostata lo fece riportare al suo luogo di sepoltura originale nel 362 per far rivivere l'oracolo della fonte Kastalia , che sarebbe stato messo a tacere nel quartiere con Babylas, da dove il vescovo Meletios († 381) nella basilica di Babylas costruita da lui nel 380/81 trasferito attraverso gli Oronte.

Traduzioni di reliquie nel mondo medievale

La traduzione delle reliquie è una pratica religiosa che non si limita alla tarda antichità (traduzione di Santa Babilonia) e all'Alto Medioevo (traduzioni in Sassonia), ma si estende alle epoche del Medioevo , della prima età moderna e del periodo moderno . Lo sviluppo delle traduzioni a partire dal IX secolo è caratterizzato dal moltiplicarsi delle feste dei santi "e quindi [da] l'opportunità di raccogliere, visualizzare e spostare processionalmente le reliquie esistenti". Le reliquie dei santi di conseguenza non erano immobili. Nel rispettivo anniversario del santo, il "costume tradizionale", il solenne portare in giro il reliquiario, "che significava: il santo passeggiava per il luogo consigliato". Inoltre, secondo Heinzelmann, nell'XI secolo furono introdotte le feste dell'Ostensione e le processioni delle reliquie anche al di fuori del vere e proprie feste sacre, le cosiddette "quêtes itinérantes".

Riguardo a queste processioni reliquiari, Angenendt dimostra che in questo caso l'antico cerimoniale Adventus è entrato nella liturgia cristiana. Mentre nell'antichità i cittadini rendevano omaggio al "kyrios", il sovrano, arrivando tirando fuori tutti i residenti, ordinati per rango e significato e includendo segni e simboli, la processione nel Medioevo divenne una forma naturale di venerazione dei santi: “Prima la croce, più luci, incenso e bandiere, poi la processione dei fedeli, disposti secondo i ranghi spirituali e secolari, tutti pregano e cantano, e al centro di essa il santo, sia in un santuario, una statua o un quadro . "Oltre alle occasioni liturgiche, sono state eseguite traduzioni di reliquiari anche in altre occasioni," nei momenti di bisogno, ad esempio, per prendere i voti dai suoi ammiratori, in caso di minaccia bellica per contrastare il nemico sulle mura della città, nonostante tutte le violenze illegali per colpire gli avversari e i trasgressori della legge per mostrare i propri limiti. Il santo era presente ovunque dovunque si guidasse il suo santuario ".

Ragioni per traduzioni di reliquie basate su esempi

Ci sono vari motivi per il trasferimento di reliquie da un luogo all'altro, che vengono spiegati di seguito utilizzando esempi.

Repressione di usi e culti pagani, nonché fornitura di reliquie a interi territori (cristianizzazione)

Nel corso della missione anglosassone nel continente ci furono intensi contatti con Roma, che portarono anche al trasferimento di libri e cimeli nella regione alpina settentrionale. La stretta collaborazione tra i carolingi casa-custodi e il papato a partire dalla metà del secolo 8 favorito questo sviluppo, dal momento che in termini liturgici hanno cominciato a orientarsi sull'esempio della stazione liturgia romana. Dalla seconda metà dell'VIII secolo al più tardi, importanti monasteri e chiese cattedrali hanno avuto ricchi tesori reliquiari e hanno gareggiato nella loro espansione, come Centula ( Abbazia di Saint-Riquier ) e Saint-Denis nella zona della Franconia occidentale, nella zona della Franconia orientale attorno agli Arcivescovado di Magonza , Treviri e Colonia e l' Abbazia di Lorsch e 744 di Bonifacio fondate e particolarmente ricche di apostoli -, padri monastici orientali e occidentali - martiri romani, vergini - confessori gallici - e il signor reliquie attrezzato monastero di Fulda . Dopo il battesimo del duca sassone Widukind nel 785 diede inizio alla cristianizzazione dei Sassoni , che furono sottoposti alle guerre sassoni da Carlo Magno , essi stessi non avevano abbastanza martiri per dotare tutte le chiese e gli altari di reliquie secondo i regolamenti, motivo per cui li traducono da altre regioni doveva importare. Ci sono anche prove che le pratiche pagane persistettero molto tempo dopo la cristianizzazione. È quanto emerge dal rapporto dei monaci Fulda Ruodolf e Meginhard sulla “ Translatio sancti Alexandri ” per il trasferimento della reliquia di Alessandro a Wildeshausen in Sassonia, in cui si cita la “ininterrotta diffusione del paganesimo in Sassonia” come motivo della traduzione della reliquia. “[...] così che attraverso i loro segni e prodigi i suoi [Waltbrahts, nipoti di Windukind e iniziatori della traduzione] compatrioti sarebbero convertiti dal servizio pagano e dalla superstizione alla vera religione. Perché erano ancora più invischiati negli errori del paganesimo di quanto fossero devoti alla religione cristiana ”. Le traduzioni delle reliquie in Sassonia non furono usate solo per garantire che gli altari fossero adeguatamente forniti di reliquie, ma anche per convertire la popolazione pagana attraverso i loro poteri miracolosi. I "corpi" ( corpora ) dei santi furono trasferiti da Roma ( Sant'Alessandro a Wildeshausen), Francia (San Vito a Corvey , San Liborio a Paderborn ) e Italia settentrionale ( Sant'Epifanio a Hildesheim ) , tra gli altri . Da un lato, le traduzioni dovrebbero servire a dotare gli altari delle chiese emergenti in Sassonia con le reliquie necessarie. D'altra parte avevano la funzione di legare alla fede cristiana i sassoni appena soggiogati e solo debolmente cristianizzati attraverso l'effetto che veniva dal toccare o guardare i resti visibili e il loro effetto apparentemente benefico. Le traduzioni erano anche associate alla perdita o al trasferimento del potere politico. Quindi quello collegato al trasferimento delle ossa di S. Vito secondo Corvey nell'836 il declino della Franconia occidentale e l'ascesa dell'impero della Franconia orientale (cfr. Widukind von Corvey , Res gestae Saxonicae , I 33-34, ed. Paul Hirsch, in: Monumenta Germaniae Historicae [MGH] in usum scholarum, 5 Hannover edizione 1935): con la pubblicazione del santo si era persa anche la protezione e quindi il potere. Al contrario, nella visione della storia di Widukind, le traduzioni dei santi in Sassonia sono un prerequisito per l'ascesa del potere sassone nel X secolo quando, dopo l' estinzione dei re carolingi , i re sassoni governarono l'impero della Franconia orientale. Poiché lo smaltimento delle reliquie serviva anche a legittimare il potere, le traduzioni hanno svolto un ruolo importante in questo contesto.

Apprezzamento della propria posizione o della propria persona (auto-presentazione)

Con la fondazione di Costantinopoli nel 324 d.C., Costantino il Grande fece costruire una tomba nella sua sede reale, che fu completata nel 337 d.C. quando morì. Costantino I fu sepolto in un sarcofago vicino all'altare, circondato da 12 cenotafi degli apostoli di Cristo. Diciannove anni dopo la sua morte, suo figlio Costanzo II . la traslazione delle reliquie degli apostoli Timoteo , Andrea e Luca (356 e 357) a Costantinopoli. Secondo Paulinus von Nola , questo è da vedere sotto gli auspici della fondazione della città, "alla quale doveva avvenire la dotazione dell'emula Romae con reliquie corrispondenti, cioè corpi di apostoli". Infine, la posizione di Roma in Occidente era basata sul suo tesoro di martiri e quella "compagnia rivale" [Costantinopoli] guadagna ulteriore sollievo politico-statale se ci si oppone, come a Roma allo stesso tempo sotto l'uso dell'iconografia imperiale e di un tema attuale come la concordia imperii del culto apostolico ( concordia apostolorum : Pietro e Paolo) su larga scala crebbe. "

Trasferimento di oggetti di baratto e regali nell'alto medioevo, instaurazione di rapporti sociali tra mittente e destinatario delle reliquie

Hedwig Röckelein è stata in grado di dimostrare che le traduzioni dei reliquiari in Sassonia nel IX secolo avvenivano sempre come scambio di doni, mai in condizioni di acquisto neutre. "Come doni, i santi trasferiti in Sassonia hanno avviato, riaffermato o rinnovato i rapporti sociali tra i partner di scambio o hanno posto rimedio alle connessioni disturbate e le hanno armonizzate". Ad esempio, la traduzione di ossa sacre, comprese quelle di San Liborio da Le Mans a Paderborn in aprile / maggio 836 per essere visto solo come un "filo nel tessuto dello scambio di doni tra il vescovato neustriano e quello sassone". Questo scambio ebbe luogo tra l'iniziatore, il vescovo Badurad von Paderborn e il mittente delle reliquie, il vescovo Aldrich, che erano entrambi imparentati e politicamente legati a Ludwig il Libero, su cui ordine e con il suo consenso ebbe luogo la traduzione. Questa alleanza ha spinto attraverso il trasferimento contro la resistenza di un'opposizione Manceller, che ha rifiutato di lasciare le reliquie del loro santo patrono. Forse dietro di lei si nascondevano le famiglie nobili dei Widon e degli Hervenidi. “L'operazione è stata rafforzata non solo dalla consegna di diversi santi, ma anche dalla fondazione di una fraternità di preghiera , alla quale hanno partecipato laici e clero a Le Mans e Paderborn, e che mirava a un continuo scambio di preghiere, doni e doni in cambio . "

Esprimere e sostenere eventi politici

Secondo Heinzelmann, gli scritti di Gregorio di Tours dimostrano che in epoca merovingia le traduzioni delle reliquie erano uno strumento centrale sia per la diffusione sistematica dei santi tradizionali sotto forma di reliquie parziali (espansione della cristianizzazione, arredamento di altari nelle chiese rurali) sia per la canonizzazione santo contemporaneo dai vescovi in ​​connessione con la propagazione dei corrispondenti valori cristiano-sociali. Nell'VIII secolo l'accento delle traduzioni era sull'introduzione delle reliquie dei martiri romani, dovuta ad un mutamento della consuetudine romana riguardante la divisione e rimozione delle reliquie nonché ai rapporti politici con il papato suggeriti dai carolingi ; Il peso speciale di tali reliquie di martiri romani dovrebbe anche essere visto in connessione con una visione ecclesiologica del mondo più legata a Roma e più istituzionale .

Protezione delle reliquie da rapina

Soprattutto nel IX secolo, le invasioni dei Normanni dalla Scandinavia in Europa furono spesso occasione di traduzioni per portare in salvo le reliquie. Inoltre, però, ci sono anche segnalazioni in cui le reliquie non hanno bisogno di protezione, ma al contrario agiscono protettive: “Quando i Normanni assediarono Parigi nell'885/86, le reliquie dei patroni della città Germano e Genovefa furono sempre trasportate nei luoghi più minacciati del muro, come fu nel 903 a Tours. "

Sviluppi in tempi moderni

Con l'inizio della Riforma, però, la venerazione dei santi e delle loro reliquie divenne sempre più un argomento di lotta, perché i riformatori negavano “la possibilità di invocare i santi per i loro meriti; L'espiazione di Cristo è unica e non dovrebbe sembrare aver bisogno di un'integrazione accreditando i meriti dei santi. " Martin Lutero si oppose decisamente alle reliquie e le descrisse nel suo testo, il" Grande Catechismo ", come" tutte le cose morte ". La Confessio afferma di conseguenza Augustana nota sulla venerazione dei santi:

“Il nostro popolo ha insegnato sulla venerazione dei santi che dovremmo vedere la grazia tornare a loro e aiutarli mediante la fede. Inoltre, si dovrebbe prendere un esempio dalle loro buone opere, ciascuna per il proprio ambito di vita. [...] Ma non si può provare dalle Sacre Scritture che si debba invocare i santi o chiedere aiuto a loro. Perché c'è un solo Dio e un solo mediatore tra Dio e l'uomo, cioè l'uomo di Cristo Gesù. È l'unico Salvatore, l'unico sommo sacerdote, fonte di grazia e intercessore davanti a Dio ".

La posizione di Lutero ebbe conseguenze di vasta portata per la Chiesa. Sono stati lasciati gli altari, i quadri, le figure, le ricorrenze ei nomi dei patroni della chiesa , ma allo stesso tempo è stata richiesta la rimozione delle reliquie. Di conseguenza, i reliquiari furono sempre più tradotti per preservarli e proteggerli: “Benno von Meißen, canonizzato nel 1523/24, venne a Monaco nel 1580 e divenne persino il patrono della città; le reliquie di Norbert von Magdeburg furono trasferite a Praga nel 1626 e nel 1661 l'amministrazione elettorale di Colonia fu in grado di negoziare un'immagine della Vergine della città di Soest, che era stata incautamente collocata lì nella Wiesenkirche e che ora fondò un pellegrinaggio a Werl ".

Infine, la riscoperta delle catacombe romane , iniziata nel 1578 dal crollo di un vigneto nella Via Salaria romana e dalle conseguenti catacombe, ebbe un effetto stimolante sulle traduzioni reliquiari; Fu solo nel 1881 che un decreto romano proibì qualsiasi ulteriore rimozione e traslazione di ossa dalle catacombe. Con le cosiddette catacombe santi, non solo è iniziata la ricerca cattolica sull'antica venerazione dei martiri della chiesa, ma anche il trasferimento delle reliquie ritrovate nella regione svizzero-tedesca meridionale-austriaca, dove sono "già vestite con l'ornamento celeste di vesti bianche e perle, posto sugli altari ed esposto ".

Le traduzioni dei reliquiari e le relative celebrazioni, in occasione delle quali erano spesso i santi delle catacombe, giocarono un ruolo importante nella vita ecclesiastica delle zone coperte dalla Controriforma in epoca barocca . Nel suo saggio sulle "Traduzioni di corpi sacri come fenomeno barocco", Hans-Jakob Achermann descrive lo schema di base di un festival barocco di trasmissione in Svizzera usando l'esempio della traduzione di S. Placido nella collegiata di Einsiedeln e paragona lo svolgimento della festa con un " gioco di mistero su larga scala messo in scena in tutto lo splendore e la gloria ".

“In effetti, la traduzione era anche un gioco con il corpo della reliquia. L'accoglienza principesca, l'introduzione alla sua residenza, la festa - si applicavano solo in misura limitata alle spoglie fisiche del martire, alla fine l'intero evento era destinato al santo in cielo in modo che potesse davvero mostrargli quanto era apprezzato ".

Achermann spiega inoltre che "i corpi dei martiri dei santi romani, preziosamente decorati nella loro connessione simbolica del tempo e dell'eternità, corrispondono in modo particolarmente forte al sentimento barocco" e che le traduzioni nel loro design dovrebbero anche essere considerate come un'espressione del pensiero barocco, dopo che nel Se solo il riflesso dell'eterno “volesse essere visto e il mondo sarebbe visto solo come un riflesso, dietro il quale il mondo vero comincia solo ad esistere. Con l'ultimo terzo del XVIII secolo, l' Illuminismo scacciò gradualmente dalla vita quotidiana le "pie usanze", che influenzarono anche il culto dei santi delle catacombe. Soprattutto, Krausen menziona l'abolizione dei monasteri all'inizio del XIX secolo come uno sviluppo particolarmente svantaggioso: "Erano gli ordini, i monasteri prelati allo stesso modo di quelli dei mendicanti, che erano grandi sostenitori della venerazione del Santi delle catacombe romane nei paesi a nord delle Alpi. ”Nel corso dell'abolizione del monastero, molte reliquie furono traslate in altre chiese (anche se senza le solite celebrazioni); in altri casi le reliquie sono state messe all'asta o “scomparse”.

Nella seconda metà del XIX secolo ci furono traduzioni in molti luoghi sotto forma di sepoltura dei santi delle catacombe, quando la chiesa di custodia fu "ripulita da ogni ornamento barocco secondo il mutato gusto artistico e arredata con un interno neogotico". In questo contesto la collegiata di Admont in Stiria, nella quale, innescate da un grande incendio il 27 aprile 1865, le reliquie dei Santi Venceslao e Benedetto sono ancora avvolte nella loro "vecchia versione barocca" dal loro deposito originale, [finalmente] in reliquiari in stile neogotico due altari laterali opposti della Collegiata di recente costruzione ”.

letteratura

  • Hans-Jakob Achermann: "Traduzioni di corpi sacri come fenomeno barocco", in: Wolfgang Brückner et al. (Ed.): Jahrbuch für Volkskunde, NF 4, Würzburg 1981, pagg. 101–111.
  • Michel Andrieu: Les "Ordines Romani" du haut moyen âge (Spicilegium sacrum Lovaniense. Études et Documents 28), Vol. 4: Les textes (suite) Ordines XXXV-XLIX, Louvain 1956.
  • Arnold Angenendt : Art. "Reliquien", in: Lexikon für Theologie und Kirche Volume 8, edizione rivista della 3a edizione Freiburg et al 2006, Sp. 1091-1094.
  • Arnold Angenendt: Art. “Reliquie / Reliquiario Adorazione. In Christianity ", in: Theologische Realenzyklopädie, Volume 29, Berlino 1998, pp. 69-74
  • Arnold Angenendt: Santi e reliquie. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ai giorni nostri . Beck, Monaco 1994.
  • Okko Behrends , "grave rapina e grave crimine nel diritto romano", in Herbert Jankuhn e altri (a cura di): To the grave crime in prehistoric and early historical times (trattati dell'Accademia delle scienze di Göttingen, Philosophical-hist Kl 3. F ... , 113). Göttingen 1978, pagg. 85-106.
  • Walter Berschin : biografia e stile epocale nel medioevo latino. (Fonti e studi sulla filologia latina del Medioevo 8-10; 12; 15), volumi 1–5. Hiersemann, Stoccarda 1986-2004.
  • Martin Heinzelmann: Art. "Translation (of relics)", in: Lexikon des Mittelalters, Volume 8, Monaco 2002, Sp. 947-949
  • Martin Heinzelmann: Rapporti di traduzione e altre fonti del culto delle reliquie (Typologie des sources du moyen âge occidental 33). Brepols, Turnhout 1979.
  • Nicole Herrmann-Mascard: Les reliques des saints. Formazione coutumière d'un droit. Parigi 1975.
  • Ulrich Köpf : Art. “Reliquie / Adorazione delle reliquie. Storia religiosa. Old Church to Reformation ”in: Religion in Past and Present, Volume 7, Tübingen 2008, Sp. 418–421.
  • Bernhard Kötting tra le altre cose: Art. Relics. In: Lexicon for Theology and Church. Volume 8, 2a ed. Friburgo 1963, Col. 1216-1221.
  • Edgar Krausen : "Il destino dei santi delle catacombe romane nel XIX e XX secolo", in: Wolfgang Brückner et al. (Ed.): Jahrbuch für Volkskunde , NF 4, Würzburg 1981, pagg. 160-167.
  • Hedwig Röckelein: traduzioni reliquiari in Sassonia nel IX secolo. Sulla comunicazione, la mobilità e il pubblico nell'alto medioevo. (Supplemento al Francia 48). Thorbecke, Sigmaringen 2001, http://www.perspectivia.net/content/publikationen/bdf/roeckelein_reliquientranslationen
  • Ursula Swinarski: “L'intero corpo e il corpo diviso. Su due idee opposte nel culto medievale delle reliquie ”, in: Dieter R. Bauer e Klaus Herbers (a cura di): Agiografia nel contesto. Effetti e possibilità di valutazione storica. Stoccarda 2000, pagg. 58-68.

link internet

Commons : Reliquary Translation  - raccolta di immagini, video e file audio

Prove individuali

  1. vedi B. Kötting, Art. "Reliquien" in: Lexikon für Theologie und Kirche, Volume 8, Freiburg 1963, Sp. 1216–1221, qui Sp. 1216.
  2. M. Heinzelmann, Art. "Translation (von Reliquien)" in: Lexikon des Mittelalters, Volume 8, Monaco 2002, Sp. 947–949, qui Sp. 947.
  3. Michel Andrieu, Les 'Ordines Romani' du haut moyen âge , in Spicilegium sacrum Lovaniense. Études et Documents 28, Vol. 4 Les textes (suite) Ordines XXXV - XLIX, Louvain 1956. Cfr. Arnold Angenendt, Saints and Relics - the history of their cult from early cristianity to today, Beck, Munich 1994, p. 172– 182; Martin Heinzelmann, Rapporti di traduzione e altre fonti del culto delle reliquie Typologie des sources du moyen âge occidental 33, Brepols, Turnhout 1979, p. 48s .; Pp. 66-83, in particolare pagg. 72-74
  4. Migne, Patrologia latina, Vol.16, Col. 1019ff.
  5. Translatio SS. Marcellini et Petri, ed. Georg Waitz in: MGH Scriptores, Vol. 15, 1, p. 238ss.
  6. Martin Heinzelmann, Art. "Translation (von Reliquien)" in: Lexikon des Mittelalters, Volume 8, Monaco 2002, Sp. 947–949, qui Sp. 947; Martin Heinzelmann, rapporti di traduzione e altre fonti del culto delle reliquie (Typologie des sources du moyen âge occidental 33). Brepols, Turnhout 1979, pagg. 53-56.
  7. Ulrich Köpf, Art. “Reliquie / Reliquiario Adorazione. Storia religiosa. Old Church to Reformation ”in: Religion in Past and Present, Volume 7, 4a edizione Tübingen 2008, Col. 418–421, qui Col. 419.
  8. ^ Chiesa evangelica in Germania (a cura di), La Bibbia basata sulla traduzione di Martin Lutero [testo biblico nella versione rivista del 1984], Stoccarda 2008, Apocalisse 6, 9.
  9. ^ Arnold Angenendt, Saints and Relics. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ad oggi, Monaco 1994, p. 173.
  10. ^ Ambrosius, Epistularum liber decimus 77.13, a cura di Michaela Zelzer, in: Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum [CSEL] 82.3, Vienna 1982, p. 134, citato da: Arnold Angenendt, Heilige und Reliquien. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ad oggi, Monaco 1994, p. 173.
  11. Cfr. Okko Behrends, "Grabraub und Grabfrevel im Roman Recht" in: Herbert Jankuhn et al. (Ed.), On Grabfrevel in prehistoric times (trattati dell'Accademia delle scienze di Gottinga, Phil.-hist. Kl. 3. F., 113), Gottinga 1978, pagg. 85-106.
  12. Gregor I., Ep. IV 30, ed. Dag Norberg, in: Corpus Christianorum, Series Latina [CChr SL] 140), pagina 249. Citato da: Arnold Angenendt, The Presence of Saints and Relics, Münster 2010, p 119: "Romanis [...] omnio intolerabile est atque sacrilegum, si sanctorum corpora tangere quisquam fortasse voluerit."
  13. Codice Theodosianus IX 17, 7: Humatum corpus nemo ad alterum locum transferat; nemo martyrem distrahat, nemo mercetur. Habeant vero in potestate, si quolibet in loco sanctorum est aliquis conditus, pro eius veneratione quod martyrium vocandum sit, addant quod voluerint fabricarum. citato da: Ursula Swinarski, “L'intero corpo e il corpo diviso. Su due idee opposte nel culto medievale delle reliquie ”in: Dieter R. Bauer, Klaus Herbers (a cura di), Hagiography in Context. Effetti e possibilità della valutazione storica, Stoccarda 2000, pp. 58-68, qui p. 61, nota 20.
  14. Bernhard Kötting, Art. "Reliquien" in: Lexikon für Theologie und Kirche, Freiburg 1963, Sp. 1218.
  15. Qui sono decisive le disposizioni di un concilio francone dell'inizio del VII secolo e il settimo canone del secondo concilio di Nicea nel 787. Cfr Nicole Herrmann-Mascard, Les reliques des saints. Formation coutumière d'un droit, Parigi 1975, pp. 162f.
  16. Bernhard Kötting, Art. "Reliquien" in: Lexikon für Theologie und Kirche, 2a ed. Freiburg 1963, Col. 1219. Cfr. Anche l'enfasi sulla natura straordinaria delle eccezioni, cioè gli altari senza reliquie, in Gregor von Tours, In gloriam martyrum, 30 e Liber vitae patrum VIII, 11 in: MGH, SRM I / 2, p. 56 e p. 250.
  17. Cfr. Aimé-Pierre Frutaz , Art. "Babylas" in: Lexikon für Theologie und Kirche, Josef Höfer e Karl Rahner (a cura di), Volume 1, 2a edizione Freiburg 1957, Sp. 1169.
  18. Cfr. Amato Pietro Frutaz, Art. "Babylas" in: Lexikon für Theologie und Kirche, Volume 1, 2a edizione Freiburg 1957, Sp. 1169.
  19. Anonymus, Art. "Babylas" in: Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon, Volume 1, Hamm 1990, Col. 316.
  20. Martin Heinzelmann, Art. "Translation (von Reliquien)" in: Lexikon des Mittelalters, Volume 8, Monaco 2002, Col. 947.
  21. Vedi. Thomas R. Karrmann, Meletius of Antioch. Studi sulla storia della disputa teologica della Trinità negli anni 360–364 dC (Diss.), Regensburg 2006, p. 223ss.
  22. a b Martin Heinzelmann, Art. "Translation (von Reliquien)" in: Lexikon des Mittelalters, Volume 8, Monaco 2002, Sp. 949.
  23. a b c Arnold Angenendt, Saints and Relics. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ad oggi, Monaco 1994, p. 179.
  24. Cfr. Marc-Aeilko Aris et al. (Ed.), Hrabanus Maurus a Fulda. Con una bibliografia di Hrabanus-Maurus (1979-2009). Knecht, Francoforte sul Meno 2010, in esso i contributi di Gereon Becht-Jördens, Sturmi o Bonifatius? Un conflitto nell'epoca della riforma aniana sull'identità e l'autocomprensione monastica riflessa nei rituali dell'altare di Hrabanus Maurus per la basilica Salvator a Fulda (pp. 123-187); Susanna Bullido del Barrio, "Iuxta decreta" riflessioni su Hrabanus Maurus e il suo "Martyrologium" (pp. 189-218) e Janneke E. Raaijmakers, Fulda, una città santa. Hrabanus Maurus and the Reliquary Translations (835-838) (pp. 219-238)
  25. Vedi Hedwig Röckelein, Reliquientranslationen nach Sachsen nel IX secolo. Sulla comunicazione, la mobilità e il pubblico nell'alto medioevo, Stoccarda 2002, p. 137
  26. ^ Beda Venerabilis, Historia ecclesiastica, IV 24, citato da: Klaus Gantert, Alloggio e commento inscritto. Indagini sulla strategia di trasmissione del poeta Heliand, Tubinga 1998, p. 271.
  27. Cfr. Paulinus von Nola, Carm. XVIIII, verso 317ss., Ed. Wilhelm von Hartel, in: Corpus Scriptorum ecclesiasticorum Latinorum [CSEL] 30, 1894, p. 129s.
  28. Martin Heinzelmann, "Rapporti di traduzione e altre fonti del culto del reliquiario" in: Tyopologie des sources du moyen âge occidental, L. Genicot (ed.), Facs. 33, Brepols 1979, p. 37.
  29. Martin Heinzelmann, "Rapporti di traduzione e altre fonti del culto delle reliquie" in: Tyopologie des sources du moyen âge occidental, Fasc. 33, Brepols 1979, p. 34 e p. 37.
  30. a b Hedwig Röckelein, Reliquientranslationen nach Sachsen in the 9th Century, Stuttgart 2002, p. 366.
  31. a b c Hedwig Röckelein, Reliquientranslationen nach Sachsen in the 9th Century, Stuttgart 2002, p. 167
  32. a b Martin Heinzelmann, Art. "Translation (von Reliquien)" in: Lexikon des Mittelalters, Volume 8, Monaco 2002, Sp. 948.
  33. M. Heinzelmann, Art. "Translation (von Reliquien)" in: Lexikon des Mittelalters, Volume 8, Monaco 2002, Col. 949.
  34. Wolfgang Haubrichs : "Il cristianesimo del tempo della conversione" in: Reallexikon der Germanischen Altertumskunde, Volume 4, Berlino 1981, p. 543.
  35. ^ Arnold Angenendt, Saints and Relics. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ad oggi, Monaco 1994, p. 236.
  36. Martin Luther, Opere. Critical Complete Edition, Weimar 1883–1990, "The Great Catechism", terzo comandamento, citato da Arnold Angenendt, Heilige und Reliquien. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ad oggi, Monaco 1994, p. 238.
  37. Günther Gassmann (a cura di), Das Augsburger Beestandnis, German 1530–1980, Göttingen 1988, p. 37, citato da Arnold Angenendt, Heilige und Reliquien. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ad oggi, Monaco 1994, p. 238.
  38. ^ Arnold Angenendt, Saints and Relics. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ad oggi, Monaco 1994, p. 238.
  39. ^ Arnold Angenendt, Saints and Relics. La storia del loro culto dal cristianesimo primitivo ad oggi, Monaco 1994, p. 244.
  40. a b Arnold Angenendt, Art. “Reliquie / Reliquiario Adorazione. In Christianity ”in: Theologische Realenzyklopädie, Volume 29, Berlino 1998, pp. 69–74, qui p. 72.
  41. Hans-Jakob Achermann, "Traduzioni di corpi sacri come fenomeno barocco", in: Wolfgang Brückner et al. (Ed.): Jahrbuch für Volkskunde, NF 4, Würzburg 1981, pp. 101–111, qui p. 101.
  42. Hans-Jakob Achermann, "Traduzioni di corpi sacri come fenomeno barocco", in: Wolfgang Brückner et al. (Ed.): Jahrbuch für Volkskunde, NF 4, Würzburg 1981, pp. 101–111, qui p. 108.
  43. a b Hans-Jakob Achermann, "Traduzioni di corpi sacri come fenomeno barocco", in: Wolfgang Brückner et al. (Ed.): Jahrbuch für Volkskunde, NF 4, Würzburg 1981, pp. 101–111, qui p. 109.
  44. Hans-Jakob Achermann, "Traduzioni di corpi sacri come fenomeno barocco", in: Wolfgang Brückner et al. (Ed.): Jahrbuch für Volkskunde, NF 4, Würzburg 1981, pp. 101–111, qui p. 111.
  45. a b Edgar Krausen, "Il destino dei santi delle catacombe romane nei secoli XIX e XX", in: Wolfgang Brückner et al. (Ed.): Jahrbuch für Volkskunde, NF 4, Würzburg 1981, pp. 160-167, qui p. 160.
  46. ^ A b Edgar Krausen, "Fates of Roman Catacomb Saints in the 19th and 20th Century", in: Wolfgang Brückner et al. (Ed.): Jahrbuch für Volkskunde, NF 4, Würzburg 1981, pp. 160-167, qui p. 164.