Tiberio Sempronio Gracco

I fratelli Gracchus, di Jean-Baptiste Claude Eugène Guillaume

Tiberio Sempronio Gracco (* 162 a.C .; † 133 a.C. ) era un politico della Repubblica Romana . Voleva portare avanti riforme di vasta portata come tribuno del popolo , ma fallì a causa della violenta resistenza della maggioranza del Senato e fu assassinato insieme ai suoi sostenitori. Con il fallimento della riforma gracchiana , iniziò l'era delle guerre civili romane . Dopo la sua morte, Tiberio Sempronio fu stilizzato come simbolo della lotta contro l'arbitrio dell'alta borghesia.

origine

La famiglia Gracchi era una delle più potenti e rispettate della nobiltà romana . Il giovane Tiberio era il figlio maggiore del maggiore Tiberio Sempronio Gracco , console del 177 a.C. A.C. e 163 a.C. AC, e Cornelia , figlia di Publio Cornelio Scipione Africano , il vincitore di Annibale . Tiberio era sposato con Claudia Pulchra, non avevano figli.

Inizi politici

All'età di quindici anni, il giovane Tiberio Gracco accompagnò l'allora console Publio Cornelio Scipione Emiliano Africano alla Terza Guerra Punica (147 aC). AC con il console Gaio Ostilio Mancino come questore nella provincia di Hispania citerior . Da quando i romani conquistarono gran parte della penisola iberica come provincia di Cartagine dopo la vittoria nella seconda guerra punica , le truppe romane hanno affrontato una resistenza ostinata da parte delle tribù iberiche che ha portato a decenni di guerra.

Gracco sperimentò la resa dell'esercito romano a Numanzia , una delle sconfitte più gravi di un esercito romano fino a quel momento. Era corresponsabile della consegna e, in qualità di questore , ha svolto un ruolo chiave nella formulazione del contratto; quindi, quando il Senato si rifiutò di ratificare l'accordo, fu quasi consegnato al nemico. Solo le sue nobili origini e potenti amici lo salvarono dalla vergognosa estradizione ai Numantini, come accadde a Mancino. Fu mandato nudo e con le mani legate ai nemici, che a loro volta rifiutarono di accettarlo per non dover riconoscere da parte loro la nullità del trattato. Mancinus è stato disonorato e politicamente finito.

Le sue esperienze nella penisola iberica e la reazione del Senato romano portarono Tiberio per la prima volta in conflitto con parti del Senato e della loro politica. Come Jochen Bleicken è stato in grado di risolvere, ora era politicamente con le spalle al muro e aveva urgentemente bisogno di un successo spettacolare. Già durante il suo viaggio a Numantia percorse l' Etruria e presumibilmente vi avrebbe riconosciuto gli abusi causati dall'economia degli schiavi e il carico sulla popolazione contadina attraverso il servizio militare. Secondo Plutarco , fu in lui che maturò un primo piano di riforma dello stato romano. Plutarco riporta anche altri motivi che si dice abbiano influenzato Tiberio nel suo progetto politico. Scrive che Tiberio fu convinto dai suoi due consiglieri greci, Diophanes von Mitylene e Blossios von Kyme, a riprendere il progetto di una distribuzione della terra. Come ulteriori possibili motivi, Plutarco cita Cornelia, la madre di Tiberio, da un lato, che si dice abbia incitato il figlio a un'ambizione eccessiva attraverso le sue lamentele, e dall'altro Tiberio dovette scoprire che un concorrente di circa il La stessa età lo ha superato di gran lunga in termini di reputazione e fama perché ha intrapreso un'audace ma promettente impresa politica. Tuttavia, Plutarco vede gli sforzi di Tiberio per guadagnare popolarità come il motivo principale per la legge agricola, poiché le persone gli chiedevano nei graffiti su edifici pubblici e monumenti per restituire la terra ai poveri.

Il tentativo del console Gaio Laelius , vissuto nel 140 a.C. , mostra che il suo progetto politico non era nuovo, ma era perseguito anche da altri membri della nobiltà . Voleva approvare una legge agricola. Ma a causa dell'opposizione di molti altri senatori, ha abbandonato il suo piano. Tuttavia, è chiaro che, da un lato, l'idea di riforma agraria di Tiberio Gracco non era sconosciuta a Roma, e dall'altro il precedente tentativo fallito di Gaio Laelius mostra che Tiberio doveva fare i conti con una forte resistenza al Senato .

Il circolo delle riforme

Dopo il ritorno a Roma, Tiberio Gracco si unì al circolo riformista attorno al princeps senatus Appius Claudius Pulcher , che divenne anche suo suocero. Nonostante la sua giovane età, Tiberio divenne presto il suo membro più attivo. Il cerchio comprendeva membri rispettati della nobiltà romana , come Publio Mucius Scaevola e Publio Licinio Crasso Dives Muciano . Anche il cognato di Tiberio, Scipione Emiliano, fu inizialmente uno dei suoi sostenitori. L'obiettivo principale dei riformatori era quello di ridistribuire l' ager publicus , la terra di proprietà dello stato romano. Mentre Alvin Bernstein vede questi uomini come gli autori originali della legge, che Tiberio è stato in grado di conquistare per la loro causa, le due fonti principali Plutarco e Appiano indicano solo che erano solo al fianco di Tiberio come consiglieri. Questa opinione è sostenuta anche da David Stockton, che descrive Tiberio come un politico lungimirante che era certo della resistenza dei grandi proprietari terrieri e che quindi cercò consapevolmente di conquistare in anticipo uomini influenti della nobiltà. Non si possono trarre conclusioni dai rapporti di Plutarco e Appian sulla dimensione del gruppo di riformatori. Klaus Meister, come PA Brunt e Christian Meier, assume una ristretta cerchia di nobili isolati, mentre Donald C. Earl definisce la cerchia dei sostenitori notevolmente più ampia e questo con il collegamento di Tiberio con gli altri influenti membri della famiglia dei Claudii , Pulchrii e Mucii Fondazione di Scaevolae . Ricerche recenti hanno anche suggerito che anche gli intellettuali greci che erano a Roma hanno avuto una grande influenza sul programma di riforma.

L'economia agricola come oggetto di riforma

L' ager publicus era cresciuto enormemente in Italia durante le guerre di Roma, perché i romani annettevano fino a un terzo della superficie delle tribù italiane che avevano sconfitto e incorporavano questa terra nel loro territorio nazionale. All'inizio dell'espansione italiana, questi terreni erano ancora dati ai propri cittadini come coloni in singole fattorie . La pratica di occupare queste terre attraverso. Ciò significava che l' ager publicus - contro il rimborso di un canone di base fisso una tantum - poteva essere preso possesso di chiunque per la gestione. Soprattutto, le classi ricche della popolazione romana hanno beneficiato di questo, vale a dire i senatori ei cavalieri e le prime classi del censimento . Per la gente comune, un'occupazione era solitamente impossibile a causa della mancanza dei mezzi finanziari e materiali necessari. Era stato fissato un limite massimo per l'occupazione della terra; Tuttavia, questo fu estremamente generoso e portò al fatto che i membri delle classi dominanti e dei ricchi avevano a loro disposizione una parte dell'ager publicus , piuttosto che gli strati inferiori entrarono in gioco. Ma anche i membri più ricchi della nobiltà non dipendevano dall'uso dell'ager publicus e sembrano - contrariamente a quanto si credeva - a malapena vi abbiano fatto ricorso.

Le terre pubbliche che erano state assegnate in questo modo divennero praticamente proprietà privata, e questa situazione si consolidò presto in modo tale che l' ager occupatorius fu ereditato, prestato e dato via come proprietà privata.

Molti storici seguono l'interpretazione delle fonti antiche e quindi offrono la seguente ricostruzione: Secondo i riformatori, una nuova ed equa divisione dell'ager publicus dovrebbe ottenere due cose. Da un lato, avrebbe dovuto liberare gran parte della popolazione romana dalla povertà e dalla mancanza di proprietà, il che le rendeva dipendenti dalle consegne di grano dello Stato e le attirava nei quartieri poveri sovrappopolati della città; dall'altro, l'esistenza - si doveva porre rimedio alla minacciosa carenza di uomini robusti. Dalla fine della Terza Guerra Punica , il numero di cittadini romani registrati nel censimento era sceso da 337.000 a meno di 318.000, con il risultato che non c'erano più abbastanza soldati a disposizione delle legioni per combattere le estenuanti ed estenuanti guerre contro le rivolte nelle Province (soprattutto in Spagna) a guidare. Poiché, secondo la costituzione militare di quel tempo, solo quei cittadini erano arruolati nella Legione che avevano risorse sufficienti per fornire le loro attrezzature e armamenti da soli, non si poteva ricorrere ai cittadini espropriati ( capite censi ), che in massa si muovevano alla città di Roma. Un corrispondente cambiamento nella costituzione militare doveva essere introdotto solo trent'anni dopo, attraverso la riforma dell'esercito dell'homo novus Marius .

Più recentemente, storici antichi come Klaus Bringmann hanno espresso dubbi su questa versione: appena 50 anni prima di Tiberio Gracco, c'era così tanto ager publicus e così pochi interessati senza terra che l'opportunità di occupare semplicemente la terra è stata concessa in primo luogo e allo stesso tempo si era inizialmente fissata la costituzione di colonie civili. Di regola, non erano i contadini ad essere arruolati, ma solo i loro figli minori; le guerre difficilmente avrebbero potuto portare a una crisi agraria, poiché, al contrario, chi moriva nei campi tendeva a morire nei campi superflui della fattoria. La maggior parte delle persone avrebbe rinunciato volontariamente alle proprie fattorie, poiché sperava in una vita migliore nella città in rapida crescita di Roma; la riforma agraria non avrebbe potuto cambiare più di tanto. L'esito della discussione sulla ricerca è aperto. Jürgen von Ungern-Sternberg , ad esempio, ha formulato obiezioni alla tesi di Bringmann .

Inoltre, le vere motivazioni dei riformatori sono sempre più messe in discussione: si sottolinea che dietro Gracco c'erano diversi senatori particolarmente potenti. Secondo alcuni ricercatori come Ulrich Gotter , volevano utilizzare la riforma per indebolire quei rivali che avevano occupato gran parte dell'ager publicus negli ultimi anni , poiché loro stessi - tutti membri delle famiglie più ricche - avevano altre forme di proprietà. Questo potrebbe spiegare l'insolito atteggiamento intransigente da entrambe le parti. Secondo questa ipotesi, non si trattava di dare sollievo ai poveri, ma di dispute aristocratiche all'interno della nobiltà ; è quindi fuorviante interpretare il conflitto come una disputa tra il popolo e il Senato.

Il Tribunale del Popolo nel 133 a.C. Chr.

In ogni caso, i riformatori riuscirono a trovare una soluzione per l'anno 133 a.C. Per avere alcuni dei suoi membri eletti a cariche influenti. Tiberio Gracco è stato eletto tribuno del popolo per quest'anno , Publio Muzio Scaevola addirittura console . È stato convenuto che la linea d'azione più promettente nell'attuazione della riforma sarebbe stata attraverso l'assemblea plebea ( concilium plebis ) . Sebbene non vi fosse maggioranza al Senato per i piani gracchiani, il tribuno portò direttamente davanti al popolo la legge, che probabilmente ne prese una più antica ( lex Licinia Sextia ) . Questo era estremamente insolito, poiché di solito si doveva raggiungere un consenso all'interno dell'aristocrazia, cioè al Senato, prima di chiedere il consenso del popolo: poiché la costituzione romana prevedeva numerosi strumenti con cui una minoranza poteva impedire le decisioni, era fondamentalmente necessario venire a un accordo. Da un punto di vista puramente legale , tuttavia , il concilium plebis non era vincolato dalle raccomandazioni del Senato e poteva votarle verso il basso - questo è accaduto nel corso della storia successiva, ad esempio nella guerra dello Yugurthin , quando il senatus consultum ha deciso di prorogare il mandato di Quinto Cecilio Metello Numidico come comandante generale che il concilium plebis ha respinto con la nomina di Gaio Mario. In ogni caso, Gracco non ha cercato di raggiungere un consenso in Senato, con conseguenze di vasta portata.

La lex Sempronia agraria

In origine, la legge redatta per attuare le riforme, la lex Sempronia agraria , prevedeva che l' ager publicus venisse ricompensato. Agli attuali proprietari dell'ager publicus dovrebbe essere consentito di tenere per sé 500 iugera terreni, ma il resto dovrebbe essere utilizzato per la confisca e la ridistribuzione ai cittadini diseredati. Le nuove posizioni aziendali da assegnare dovrebbero comprendere ciascuna 30 iugera ed essere assegnate a fronte di una quota spettante allo Stato. La vendita dei terreni era vietata ai nuovi agricoltori, questo per garantire che il terreno non fosse riacquistato dai grandi proprietari terrieri in breve tempo.

Per attuare questi requisiti, dovrebbe essere istituita una commissione di tre uomini , che i riformatori intendevano riempire dai loro ranghi. Questo consisteva in Tiberio Gracco, suo suocero Claudio Pulcher e il fratello minore di Tiberio Gaio Gracco . Poiché il lavoro della commissione richiederebbe una notevole quantità di denaro, colse l'occasione dell'ora presentata dalla morte del re Attalo di Pergamo . Aveva lasciato in eredità il suo impero allo stato romano, ei riformatori volevano che l'eredità fosse utilizzata per finanziare i lavori della commissione.

Il corpo legislativo è stato modificato durante il procedimento al fine di soddisfare le preoccupazioni e le obiezioni dei proprietari terrieri interessati ed evitare gravi ingiustizie. Secondo Appiano , gli occupanti potevano tenere fino a 1000 iugera di terreno (500 iugera per il pater familias e 250 iugera ciascuno per i primi due figli) come proprietà privata. Le spese o gli investimenti che avrebbero fatto nel terreno da restituire dovrebbero essere rimborsati in base al loro valore.

La lotta nell'assemblea popolare

Come accennato, la consueta procedura legislativa a quel tempo prevedeva il consenso - teoricamente non vincolante, ma di fatto indispensabile - del Senato da ottenere prima che il progetto fosse sottoposto al voto del popolo. Gracco ora provocò i suoi oppositori tra i senatori portando la legge al popolo senza il previo consenso del Senato. Con grande eloquenza e verve, difese e giustificò il diritto agrario, che Tiberio Gracco presentò all'assemblea popolare ( concilium plebis ) per la discussione e l'adozione. Nelle sue doppie biografie, Plutarco gli permette di venire a patti con quanto segue:

“Gli animali selvatici che popolano l'Italia hanno le loro tane, e per ognuno di loro c'è un riparo, un rifugio. Ma gli uomini che combattono e muoiono per l'Italia non hanno che aria e luce; instabili, senza casa né casa, vagano per la campagna con bambini e donne. I generali mentono quando invocano i loro soldati in battaglia per difendere tombe e santuari dal nemico: nessuno di questi poveri romani ha un altare paterno, nessuno una tomba dei suoi antenati. Combattono e muoiono per il benessere e la ricchezza degli altri. Sono chiamati padroni del mondo - ma in realtà non una singola briciola di terra appartiene a loro ".

Non è solo controverso se Plutarco stia davvero citando Gracco qui, ma anche se argomenti di questo tipo o simili, che sono stati certamente avanzati, non nascondevano le reali intenzioni del tribuno. In ogni caso, la legge incontrò aspre resistenze da parte di ampi circoli del Senato. Gli oppositori della riforma ricorsero quindi a uno dei mezzi di prevenzione che la costituzione offriva loro per tali casi: un collega di Tiberio Gracco nell'ufficio della tribuna del popolo, Marco Ottavio , a nome degli oppositori, impedì alla legge di riforma di essendo approvato dall'assemblea popolare di suo veto ( intercessione ). Questo passaggio non è stato affatto sorprendente. Ma Gracco aveva fallito. Come ho detto, non poteva permettersi di farlo, perché avrebbe posto fine alla sua carriera e avrebbe causato vergogna alla sua famiglia. Aveva messo tutto su una carta e non poteva arrendersi ora.

Quella che seguì fu quindi la prima aperta violazione della costituzione . Tiberio Gracco ei suoi sostenitori potevano ora essere portati via all'unico e incostituzionale passo, il tribuno Ottavio per plebiscito (decisione del concilium plebis ) deporre . Gracco sosteneva che un tribuno che usa il potere datogli dal popolo e per il bene del popolo contro la dichiarata volontà del popolo deve anche poter essere rimosso dall'assemblea popolare. In tal modo, tuttavia, ha messo in discussione radicalmente il principio del consenso della politica interna romana, che era stata a lungo una cosa ovvia, poiché stava minando il diritto di veto. Non si trattava più solo di riforma agraria, ora si trattava della questione di come dovrebbe essere fatta la politica a Roma in futuro.

A breve termine, Gracco ebbe successo. Dopo che il plebiscito sulla deposizione di Ottavio ebbe successo, i riformatori furono in grado di far rispettare la loro legge agricola, e la commissione agricola da nominare era inizialmente composta da Tiberio Gracco, il princeps senatus Appius Claudius Pulcher (uno degli uomini più ricchi del suo tempo e la forza trainante dietro Gracco) e occupata da un terzo riformatore. Anni dopo, il fratello minore di Tiberio, Gaio Sempronio Gracco, seguì l'esempio . L'attuazione della legge di riforma è stata inizialmente resa più difficile dalla maggioranza del Senato perché si è rifiutata di fornire i mezzi finanziari necessari per la formazione della commissione agricola. Tiberio Gracco aggirò questa resistenza per mezzo di un atto altrettanto illegale, in quanto liberò abusivamente la proprietà di Attalo, che era stata recentemente lasciata in eredità allo stato romano, per plebiscito - il Senato avrebbe dovuto decidere su questo. Così Gracco ha infranto ancora una volta la Costituzione e ha provocato ancora di più i suoi avversari.

Il fallimento del movimento di riforma

Alla riunione elettorale nella metà del 133 aC Tiberio Gracco si candidò infine per un secondo mandato come tribuno del popolo , temendo che senza questo incarico il lavoro della commissione agricola sarebbe stato reso impossibile dai suoi oppositori e - cosa più importante - lui stesso sarebbe stato indifeso contro le accuse di inadempimento la costituzione che aveva commesso (secondo il diritto romano, un ufficio conferiva l' immunità contro l'accusa). Ciò rappresentava una terza grave violazione della legge, poiché di solito c'era sempre un periodo non ufficiale tra due uffici o periodi di mandato per consentire l'azione legale contro i magistrati. Ai suoi nemici sembrava che Gracco volesse stabilire una tirannia basata sulla folla. Gli oppositori della riforma al Senato chiesero quindi che il console arrestasse Gracco. Quando quest'ultimo rifiutò, decisero, sotto la guida del cugino Publio Cornelio Scipione Nasica Serapio, di porre fine con la forza alle attività della tribuna stessa, poiché si temeva uno spostamento permanente del potere dal Senato all'assemblea o tribuno popolare. al di là dell'attuale riforma. Come segno che il Senato vedeva la repubblica in pericolo, i suoi membri indossavano abiti da lutto. Tiberio, d'altra parte, è apparso armato in pubblico solo in risposta a questo. Un'ulteriore escalation della situazione era quindi già predeterminata. Da tempo era stata esclusa una soluzione pacifica.

I violenti e tumultuosi scontri tra partiti e gruppi rivali, non rari nelle assemblee popolari, furono intensificati dalla voce mirata che Tiberio Gracco si stava battendo per la corona reale, così che ci fu un conflitto armato tra i sostenitori della maggioranza del Senato e quelli dei riformatori. Scipione Nasica e i suoi seguaci si armarono di gambe di sedia e presero d'assalto l'assemblea popolare; Tiberio Gracco e circa 300 dei suoi seguaci furono uccisi. Il corpo di Tiberio Gracco fu gettato nel Tevere. Gli oppositori della riforma avevano vinto. I sostenitori sopravvissuti di Tiberio Gracco furono successivamente perseguiti da un tribunale speciale.

Le riforme di Tiberio Gracco erano destinate al fallimento a medio termine. La maggior parte delle sue leggi non furono immediatamente revocate, ma non furono più promosse a suo favore. Negli anni successivi terminò la parcellizzazione di ager publicus , la commissione agricola per esso istituita perse la sua competenza e fu finalmente nel 111 a.C. Dissolto da un'altra lex agraria . Per inciso, il piano di Tiberio conteneva un grave errore che si era rivelato nel corso dell'attuazione della legge: Tiberio aveva sempre insistito che i pacchi fossero distribuiti solo ai cittadini romani. Questo ha alimentato un conflitto tra Roma ei suoi alleati in Italia, che hanno combattuto fianco a fianco con i legionari romani nella guerra. Il fatto che Gracco non li tenesse in considerazione, ma pensasse solo ai romani che potevano votare nell'Assemblea del popolo, che costituivano la sua base di potere nei confronti del Senato, sottolinea l'egoismo e il fulcro politico interno delle sue azioni .

Il fratello minore di Tiberio, Gaio Gracco, attaccò i piani dell'uomo assassinato nel 123 a.C. Di nuovo aC, ma era il 121 aC. Cacciato con la forza da Roma e si lasciò uccidere da uno schiavo mentre cercava di scappare . Dieci anni dopo la morte del fratello, i successi parziali ottenuti dai due furono completamente spazzati via; invece, con i Gracches, la violazione della costituzione e la violenza erano entrate a Roma, ed era emersa una spaccatura incurabile all'interno della nobiltà .

Conseguenze e significato

Il breve lavoro politico di Tiberio Gracco, che deve sempre essere valutato nel contesto generale della politica del fratello Gaio, è di enorme importanza per l'ulteriore sviluppo della Repubblica Romana, in quanto ha portato, come ha notato Cicerone , alla divisione di Società romana. I termini ottimates e populars , che apparvero per la prima volta in questo contesto , come designazione per i sostenitori e rappresentanti di una politica della maggioranza del Senato o una politica attraverso i plebisciti della concilia plebis , dovevano formare la coppia di opposti che definisce in la politica interna romana nei prossimi decenni. Nella memoria della popolazione romana, i Gracchi, il carismatico Tiberio ancor più del fratello minore, ricevettero un onorevole ricordo. A ciò contribuirono anche l'atteggiamento e lo stile di vita esemplari di Cornelia dopo la morte dei suoi figli, che fu presto venerata come modello per matrona . Un impostore che fingeva di essere il figlio di Tiberio Gracco riuscì a volte anche a usare la reputazione dei Gracches per guadagnare influenza politica tra la plebe e suscitare disordini (tribuno nell'anno 99 aC).

La più antica scienza antica (come Theodor Mommsen ) risale al 133 a.C. AC, in cui Tiberio Gracco teneva il tribunale, lo valutò come un anno epocale e con esso risale l'inizio della Rivoluzione Romana . In ricerche più recenti (come Karl Christ ) questo punto di vista è spesso rifiutato a causa della sua terminologia ( rivoluzione ) e dell'apparente disprezzo delle precondizioni sociali. Le riforme fallite dei Gracchi , tuttavia, costituiscono senza dubbio il primo scoppio aperto della crisi (secondo Karl Christ), che viene spesso indicata come l'epoca delle guerre civili romane e quella della dittatura di Silla , i grandi comandi straordinari ( imperi ) di Pompeo , Cesare e di Crasso portarono alla lotta aperta e alla fine della repubblica e alla transizione al principio di Augusto .

gonfiarsi

  • Plutarco : grandi greci e romani . Volume 6, Tiberio Gracco, pp. 237-259.
  • Appia : Bellum Civile I, 7-17, in: Appia di Alessandria. Storia romana, parte seconda, The Civil Wars (Library of Greek Literature, Vol. 27), Tradotto da Otto Veh , Stoccarda 1989, pp. 17–24.

letteratura

link internet

Commons : Tiberio Gracco  - Raccolta di immagini

Prove individuali

  1. a b Plutarco, Tiberio Gracco 8
  2. ^ Alvin Bernstein: Tiberius Sempronius Gracchus. Tradizione e apostasia , Itaca 1978, p. 119.
  3. Plutarco, Tiberio Gracco 9
  4. Appian, Bellum civile I, 13, 55.
  5. David Stockton: The Gracchi , Oxford 1979, pp. 40s.
  6. Klaus Meister: Introduzione all'interpretazione delle fonti storiche, Focus on Antiquity , Vol.2 Rom, Paderborn 1999, p. 134
  7. Donald C. Earl: Tiberio Gracco. Uno studio in politica , Bruxelles-Berchem 1963, pagg. 7-15.
  8. John eature: influenza culturale greca e politiche rivoluzionarie di Tiberio Gracco . In: Studia Historica 22, 2004, pp. 63-69.
  9. citato da Karl-Joachim Hölkeskamp (ed.): From Romulus to Augustus. Grandi figure della Repubblica Romana . Beck, Monaco di Baviera 2000, p. 177
  10. ^ Karl Christ : Crisis and Fall of the Roman Republic. Scientific Book Society, Darmstadt 1979, p. 131 f.
  11. ^ Karl Christ: Crisis and Fall of the Roman Republic . 4a edizione, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 2000, p. 117.