Hossein Borudscherdi

Hossein Borudscherdi, 2006

Hossein Ali Ahmadi Tabatabai Borudscherdi (anche Husain Ali Ahmadi Tabatabai Borujerdi , persiano الله ال حسین طباایی; * 1875 a Borudscherd , Lorestan , Iran ; † marzo il 30, 1961 in Qom ) è stato un iraniano Grande Ayatollah e l'ultimo Marja-e Taghlid riconosciuto da tutti sciita clero .

Vita

Nel 1875 nasce a Borudscherd Hossein Borudscherdi, a cui si riferisce la sua Nisba . Ha studiato giurisprudenza islamica ( Fiqh ), è stato allievo di Achund Mohammad Kāzem Chorāsāni e ha sviluppato una grande influenza attraverso le sue interpretazioni e giurisprudenza. B. Morteza Motahhari ma ha anche formato molti altri sacerdoti del suo tempo. La sua critica agli hadith su base scientifica è considerata eccezionale . Partendo dall'indagine di piccoli periodi, traccia la catena della narrazione e interroga l'autenticità di molti hadith.

effetto

La posizione di Marjah era vacante dopo la morte del Grande Ayatollah Hossein Haeri Yazdi nel 1941. Molti studiosi religiosi volevano Borudscherdi come loro successore. Nel 1944, quando Borudscherdi si recò a Teheran per cure mediche, lo scià Mohammad Reza Pahlavi visitò personalmente Borudscherdi in ospedale, un gesto raro da parte del monarca. La visita è stata presa come l'approvazione del monarca della sua vocazione come mardschaʿ.

Nel 1949, dopo l' attentato allo Scià Mohammad Reza Pahlavi , e dopo che Borudscherdi era stato riconosciuto come l'autorità assoluta (o anche: la fonte dell'imitazione) da tutti i Grandi Ayatollah sciiti, convocò più di 2.000 studiosi religiosi a un congresso a Qom per seguire la tradizione quietista lì per ricordare e rinnovare il clero sciita. Finché Borudscherdi era vivo, ha sostenuto pubblicamente più volte lo scià Mohammad Reza Pahlavi. Dopo l'attentato allo Scià nel febbraio 1949, terminò il suo discorso a favore dello Scià con le parole: “Che Dio protegga il tuo regno”.

Sotto la sua guida, gli studenti dei seminari di Qom sono stati incoraggiati a non essere attivamente coinvolti nella politica. Così prese Seyyed Modschtaba Mirlohi, meglio conosciuto con il nome di Navab Safavi e Seyyed Abdol-Hussein Vahedi, i fondatori di Fedajin-e Islam , dal seminario di Qom a causa del loro coinvolgimento in assassini ( attentato a Ahmad Kasravi , tentato omicidio a Abdolhossein Hazhir , Tentativo di assassinio di Ali Razmara ) cancellato con la forza dalla registrazione. Borujerdi fece anche pressioni su Khomeini , che all'epoca era un religioso insignificante, perché credeva che fosse il mentore spirituale dei fedayn-e Islam. Per lo stesso motivo, il rapporto tra il Grande Ayatollah Borujerdi e l'Ayatollah Abol-Ghasem Kashani è stato offuscato. Nonostante le relazioni personali tese, Borujerdi fece una campagna per la revoca dell'esilio di Kashani nel 1950, il suo ritorno in Iran e il suo rilascio nel 1956 dopo la caduta di Mossadegh.

Borudscherdi vedeva la monarchia come l'antitesi della repubblica laica e dell'ateismo comunista. Dopo aver inizialmente sostenuto il Primo Ministro Mossadegh sulla questione della nazionalizzazione dell'industria petrolifera e delle sue conseguenze politiche , si è gradualmente allontanato da Mossadegh. Ha persino minacciato di emigrare a Najaf, il che avrebbe significato la fine politica del suo governo. Borudscherdi, che ha lavorato a stretto contatto con l'allora presidente del parlamento Ayatollah Kashani, alla fine ha persino sostenuto la sostituzione di Mossadegh. Già il 13 giugno 1953, in occasione della festa della rottura del digiuno , Kashani portò nelle strade più manifestanti contro Mossadegh che i sostenitori di Mossadegh in una contro-manifestazione una settimana dopo. Borudscherdi è quindi, secondo recenti risultati di ricerche, un fattore decisivo nel rovesciamento di Mossadegh il 19 agosto 1953, poiché fu il clero che organizzò le massicce manifestazioni pro-Shah in quel giorno che alla fine Mossadegh a rinunciare al suo incarico in favore di Fazlollah Zahedi costretto.

Non sorprende quindi che Borudscherdi non fosse contrario alla persecuzione e al bando del partito Tudeh e alla fiorente persecuzione dei Baha'i , entrambi negli anni 1954-1955. In una fatwa (1955) dichiarò riprovevole la Pepsi-Cola perché il concessionario iraniano era un dichiarato baha'i.

Tuttavia, il suo atteggiamento quietista non impedì a Borudscherdi di esercitare la sua influenza su importanti questioni politiche. Opposto all'emancipazione delle donne e alla riforma agraria, il 16 maggio 1960 emanò una fatwa contro le riforme dello Scià. Per rispetto di Borudscherdi, lo scià attuò il suo programma di riforma, che sarebbe passato alla storia dell'Iran come la Rivoluzione Bianca, solo dopo la sua morte e dopo una serie di concessioni al clero . Le lezioni di Islam nelle scuole sono state ampliate, gli eventi di intrattenimento sono stati vietati nei luoghi pubblici e nelle istituzioni pubbliche durante le festività religiose , è stato rinnovato l'obbligo dello Scià di difendere l'Islam sciita, è aumentato il sostegno statale per la costruzione di moschee e il numero di pellegrini , che hanno potuto viaggio alla Mecca con il sostegno del governo aumentato.

L'ayatollah Ruhollah Khomeini successivamente polemizzò Borudscherdi nel 1970 nel suo trattato Hokumat-e eslami (Lo Stato islamico) e descrisse lui e altri come pseudo-pi :

“Perché sono un ostacolo alle nostre riforme e al nostro movimento. Ci hanno legato le mani. In nome dell'Islam, danneggiano l'Islam”.

- Ayatollah Khomeini : Lo Stato islamico . Traduzione di Nader Hassan e Ilse Itscherenska. Berlino 1983. pagina 164

citazione

A Hossein Borudscherdi viene attribuita la seguente citazione in occasione della caduta di Mohammad Mossadegh nel 1953:

“Noi, il clero, dovremmo fondare uno stato islamico? ... Saremmo criminali cento volte più grandi di quelli che ora sono al potere".

- Hossein Borudscherdi

Guarda anche

letteratura

link internet

rigonfiamento

  1. Heinz Halm: La Schia. Darmstadt 1988 pagina 155
  2. Darioush Bayandor: Iran e CIA. New York, 2010, pagina 78.
  3. Shahrough Akhavi: religione e politica nell'Iran contemporaneo. State University of New York Press, 1980, p66.
  4. Heinz Halm: La Schia. Darmstadt 1988. pagina 153
  5. Houchang Chehabi: Clero e Stato nella Repubblica Islamica dell'Iran. 1993. pagina 19
  6. Darioush Bayandor: Iran e CIA. New York, 2010, pagina 78.
  7. Darioush Bayandor: Iran e CIA. New York, 2010, pp. 79f.
  8. Darioush Bayandor: Iran e CIA. New York, 2010, pagina 80.
  9. Darioush Bayandor: Iran e CIA. New York, 2010, pp. 147-154.
  10. ^ Karl-Heinrich Göbel: Politica sciita moderna e idea di stato. 1984. pagina 171
  11. Shahrough Akhavi: religione e politica nell'Iran contemporaneo. State University of New York Press, 1980, pagina 92.
  12. Bahman Nirumand e Keywan Daddjou: Con Dio per il potere. Una biografia politica dell'Ayatollah Khomeini. Rowohlt, Reinbek presso Amburgo, 1989, pagina 88