Anna Andreevna Achmatova

Achmatova nel 1922, dipinto da Kuzma Petrov-Vodkin
Frontespizio dell'edizione russa di Abend (Вечеръ) , 1912 (testo completo)
Dai un'occhiata a uno studio con una scrivania e una libreria vetrata.  Pareti verde chiaro con vari disegni e foto di famiglia, una plafoniera cinese.
Sala del Museo degli alloggi Anna Akhmatova a San Pietroburgo

Anna Achmatova (nato Gorenko ; russo Анна Андреевна Ахматова o Горенко, traslitterazione scientifica. Anna Andreevna Achmatova / Gorenko * 11 lug. / 23. Giugno  1889 greg. In Bolshoi Fontan a Odessa , Impero russo ; †  5. Marzo 1966 a Domodedovo vicino a Mosca , Russo RSFS ) è stato un poeta e scrittore russo . È considerata l' anima dell'età dell'argento nella letteratura russa e un importante poeta russo. Il suo lavoro successivo è principalmente modellato dagli orrori del dominio stalinista , durante il quale le fu proibito di scrivere, suo figlio e suo marito furono imprigionati e molti dei suoi amici furono uccisi.

Vita

Infanzia e adolescenza

Anna Gorenko è nata il 23 giugno 1889 nel villaggio di Bolshoi Fontan vicino a Odessa, terza di sei figli nella famiglia di un ingegnere navale; La famiglia si trasferì a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo nel 1890 , dove Anna crebbe in un ambiente socialmente privilegiato fino all'età di 16 anni. In seguito ha descritto i suoi ricordi d'infanzia dei parchi, dell'ippodromo e della vecchia stazione ferroviaria del luogo. La famiglia trascorreva per lo più i mesi estivi vicino a Sebastopoli sul Mar Nero . Ha anche imparato presto il francese a scuola . Non scrisse le sue prime poesie sotto il nome Gorenko all'età di undici anni, poiché suo padre temeva per la sua buona reputazione - scelse il nome del suo bisnonno bulgaro Chan Akhmat come pseudonimo .

Come Pushkin 90 anni prima di lei, Achmatova ha ricevuto la sua istruzione nell'esclusivo Lyceum di Tsarskoye Selo. Il suo rapporto con il più importante poeta russo corre come un filo rosso nel suo lavoro fin dall'inizio: nel settembre 1911, per il centenario del liceo, scrisse una breve poesia dal titolo Il ragazzo dalla pelle scura passeggiava per i viali in cui sono allusioni al giovane Pushkin. La tipica tecnica metonimica di Achmatova è già chiara in questa poesia : Senza nominare Lyceum e Pushkin per nome, proprietà e oggetti tipici (qui: la pelle scura, il tricorno del Lyceum, ecc.) chiariscono chi e cosa si intende.

Disegno di Modigliani di Anna Achmatowas (1911)

Dopo che i suoi genitori si separarono nel 1905, visse con sua madre e i suoi fratelli a Evpatoria in Crimea per un anno . Infine, ha trascorso l'ultimo anno di scuola al Fundukleev Gymnasium di Kiev . Dal 1907 al 1910 Achmatova studiò legge a Kiev in "corsi superiori per donne", dove si interessava principalmente ai corsi di base di storia del diritto e latino ed era indifferente alle materie puramente giuridiche.

Nel 1910 sposò il poeta Nikolai Gumiljow , che conosceva dai tempi della scuola e che l'aveva corteggiata per lungo e disperato periodo. Seguono viaggi congiunti a Parigi e in Italia , dove, tra l'altro, conobbe l'artista Modigliani - i suoi disegni di Achmatova divennero poi famosi - e fu testimone dei primi trionfali successi dei ballerini russi nell'Europa occidentale. Fu profondamente colpita dalla pittura e dall'architettura italiana.

Prima della rivoluzione

Achmatova, Gumiljow e Ossip Mandelstam divennero i rappresentanti centrali del movimento letterario dell'acmeismo (dal greco akme , vertice, climax, periodo di massimo splendore). La cosiddetta “colliery” attorno a questi poeti formava una controcorrente al simbolismo, le cui metafore dell'altro mondo, metafisico, gli acmeisti si opponevano con la propria poesia di ogni “cosa terrena” e una decisa questa unilateralità. Le poesie di Achmatova sono quindi caratterizzate da un linguaggio semplice e conciso. In contrasto con gli incontri a tinte " esoteriche " dei simbolisti, gli incontri degli acmeisti erano più simili a "laboratori" in cui, tra l'altro, sono state sviluppate nuove tecniche di scrittura.

Oltre a Pushkin, Achmatova trovò le sue radici poetiche con Innokenti Annenski (1856-1909), un precursore dell'Akmeisten, nonché con il simbolista francese Verlaine e il giovane Mayakowski .

Al suo ritorno a San Pietroburgo, Achmatova studiò storia della letteratura e scrisse le poesie che facevano parte del suo primo volume di poesie Abend ( Вечер , 1912). Soprattutto, c'erano poesie d'amore in cui descriveva la separazione, il dolore e l'afflizione amorosa, come nell'ultima strofa della sua poesia "Canzone dell'ultimo incontro":

“Ascolta la canzone dell'ultimo incontro.
La casa davanti a me era completamente buia.
Solo nella camera da letto, gialla, immobile ,
candele accese indifferentemente".

Nelle sue poesie laconiche e concise ha usato un linguaggio quotidiano in cui i sentimenti sono indicati dai gesti. Un guanto sinistro che viene accidentalmente infilato nella mano destra diventa espressione della disperazione e della confusione di chi viene descritto, che rimane calmo all'esterno:

"Quanto gelido il petto, quanto scomodo, ma i
miei passi si sono fermati,
e il guanto, tolto dalla sinistra
, me lo sono infilato nella mano destra".

L'unico figlio di Achmatova, Lev, nacque nell'ottobre 1912 . Il suo secondo libro, Rosenkranz ( Четки ), fu pubblicato già nel 1914 e , come il primo volume, ebbe un grande successo nonostante gli eventi dell'inizio della guerra mondiale. Questa raccolta conteneva anche la poesia For Alexander Blok ( Александру Блоку ) composta nel gennaio 1914 , un'indicazione della sua stretta relazione con il poeta del simbolismo , che lei più volte definì platonico, "esclusivamente poetico". Ci sono anche una serie di poesie di Alexander Blok dedicate ad Achmatova (ad esempio To Anna Akhmatova , Анне Ахматовой ). Si incontrarono per la prima volta nel 1913. Mentre il simbolista rifletteva sulla femminilità e sulla bellezza nelle sue poesie, Achmatova scelse il suo solito stile frugale e sobrio: “Ho visitato il poeta. Solo mezzogiorno. Domenica. La camera spaziosa. Gelo davanti alle finestre. ”Tuttavia, la poesia stampata subito prima nel Rosario ( L'ospite , Гость , gennaio 1914) descrive un tenero incontro con un uomo la cui descrizione si applicava a Blok. Queste partite occasionalmente portavano a suggerire che la relazione tra i due poeti fosse più intima di quanto ufficialmente noto.

Anche il volume successivo di poesie, The White Crowd ( Беласт стая ), cadde in un momento storicamente travagliato quando fu pubblicato nel 1917. Le condizioni caotiche all'inizio della rivoluzione hanno ridotto il successo di vendita del libro.

Repressioni nella giovane Unione Sovietica

Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, Achmatova ha lavorato come bibliotecaria presso l'Istituto Agrario. Dal 1922 al 1940 le sue poesie non furono più stampate perché troppo poco rilevanti dal punto di vista sociale e troppo private per i governanti comunisti . Nel Enciclopedia Sovietica si è detto che le sue poesie sono stati sovraccaricati con motivi religiosi, mistici ed erotici con cui ha avvelenato i giovani. Le sue opere più antiche sono state diffuse solo clandestinamente in samizdat . Lev Kopelew scriveva di loro: I loro versi rimasti impressi nella memoria, venivano rimessi in risalto a seconda dell'umore... A quel tempo era ancora pronto ad ammettere che i nemici di classe e gli oppositori ideologici inconciliabili potevano essere anche altruisti, nobili e coraggiosi. Un simile “oggettivismo liberale” non era ancora un peccato mortale, né un crimine.

Suo marito Gumilev, dal quale divorziò nel 1918, fu fucilato nel 1921 per presunte attività controrivoluzionarie.

"No, non ti sveglierai
lì nella neve, mai più
venti baionette,
cinque volte il fucile."

Non voleva seguire in occidente il mosaicista Boris Anrep , al quale era molto legata, perché non poteva immaginare di lasciare la sua patria e il suo popolo. Il suo prossimo amore, la letteratura critica Nedobrowo , morì di consumo nel 1919 . Dopo un secondo, ma breve e infelice matrimonio con l' assiriologo e traduttore Vladimir Schileiko , che si dice abbia bruciato alcune sue poesie, visse con lo storico dell'arte Nikolai Nikolajewitsch Punin (1888-1953) dal 1926 al 1938 , con la coppia viveva in parte in una situazione di tensione in un appartamento con la moglie e la figlia di Punin. Achmatova viveva spesso letteralmente di pane e tè durante questo periodo, senza mai rinunciare alla sua autostima e al suo stile.

1930 fino allo scoppio della guerra

Sia suo figlio Lev che suo marito Nikolai Punin furono arrestati più volte negli anni '30. Suo figlio fu mandato in esilio dopo la condanna a morte iniziale e non fu finalmente rilasciato a casa fino all'aprile 1956, tre anni dopo la morte di Stalin. In totale, ha trascorso un decennio e mezzo in detenzione nel campo. Suo marito Nikolai Punin morì nel campo di lavoro di Vorkuta nel 1953 .

Durante il periodo di detenzione di suo figlio, Akhmatova ha trascorso molto tempo in fila per i parenti davanti alla prigione. In Requiem , che iniziò a scrivere in questo periodo e che è un unico lamento contro il terrore di Stalin , scrisse il seguente breve testo in prosa invece di una prefazione:

“Durante i terribili anni del terrore giudiziario sotto Yeshov , ho passato diciassette mesi in fila nelle prigioni di Leningrado. Qualcuno mi ha "riconosciuto" in qualche modo. Poi la donna dalle labbra blu in piedi dietro di me, che ovviamente non aveva mai sentito il mio nome, si svegliò dal torpore che avevamo tutti e mi sussurrò la domanda all'orecchio (tutti parlarono in un sussurro):
"E puoi descrivere questo? "
E io dissi:
"Sì, "
Qualcosa come un sorriso scivolò su quello che una volta era stato il suo viso."

Per Achmatova, quegli anni furono un incubo senza fine. Si aspettava sempre che la condanna a morte di suo figlio sarebbe stata eseguita. Oltre ad Achmatova, un'altra importante poetessa russa del XX secolo, Marina Cvetaeva , che ha onorato Achmatova con la citazione "Anna di tutta la Russia", si è impiccata completamente impoverita nel 1941. Gli amici scomparvero, incluso il suo compagno di lunga data Ossip Mandelstam , che scrisse persino le sue poesie su Stalin per i suoi torturatori durante i suoi interrogatori nella Lubjanka nel 1934. Tuttavia, non fu inviato al gulag , come era consuetudine all'epoca , ma da Stalin, per il quale il poeta sarebbe stato più pericoloso che vivo all'epoca, cercò di isolarlo ma di tenerlo in vita . I Mandelstam furono quindi esiliati a Voronezh , 400 km a sud di Mosca, e gli fu permesso di tornare a Mosca nel 1937, anche se non nella capitale stessa. Nell'autunno dello stesso anno i Mandelstam visitarono Achmatova nella casa della fontana a Leningrado, dove dovettero dormire sul divano della loro stanza perché non avevano un alloggio proprio. Durante la loro ultima visita, Achmatova scrisse una poesia per Ossip Mandelstam, che considerava un fratello gemello. La poesia parlava della città - Leningrado - che entrambi amavano.

“Non come una città europea
con il primo premio per la bellezza,
ma come un opprimente esilio sullo Yenisei,
come un trasferimento a Chaita, agli Ishim,
all'arida Irgis, al
famoso Atbasar, '
all'avamposto di Swobodn, al puzza di
cadavere, cuccetta in putrefazione
Così mi appariva Città
In quella mezzanotte, azzurra -
Questa città, celebrata dal primo poeta,
da noi peccatori e da te”

Tuttavia, Mandelstam è stato nuovamente arrestato sei mesi dopo e condannato a cinque anni di lavori forzati a Kolyma, nella Siberia orientale. Durante il viaggio verso Kolyma , come descritto nel poema, passò lo Yenisei e le città di Chita e Svobodny e fu infine imprigionato in un campo vicino a Vladivostok sul Mar del Giappone, dove morì per un attacco di cuore il 26 dicembre. , 1938. Quando suo figlio viene trasferito in un campo più a nord e lei chiede ai conoscenti un cappello, una sciarpa e stivali per permettergli di sopravvivere lì, si augura la morte in una poesia:

"Verrai un giorno - vieni da me ora.
Non posso più sopportare il mio destino. "
Ho spento la luce. Ti aprirò la porta".

In Russia, Anna Achmatova è venerata anche perché ha trovato un linguaggio che mettesse in parole il terrore di quegli anni. Nell'epilogo di Requiem ha scritto:

“Conoscevo molte donne che erano appassite presto, bruciate
dall'orrore, dalla paura e dall'orrore.
Ho visto la scrittura cuneiforme della sofferenza scolpita sulla mia
fronte e sulle mie guance, che erano appena fiorite».

E pochi versi dopo chiede che se un giorno si dovesse costruire un memoriale per lei, non lo si facesse in un parco, ma in quel cortile della prigione dove ha aspettato centinaia di ore per avere notizie sul destino di suo figlio. Il suo memoriale dovrebbe anche vedere il camion nero della prigione che trasporta i detenuti e testimoniare la sofferenza dei parenti.

Guerra e dopoguerra

Sebbene i suoi libri non apparissero da anni, Achmatova era ancora così popolare tra la popolazione russa che il libro di poesie "Da sei libri" (Из шести книг), che fu pubblicato nel 1940, poté litigare nei negozi. La stampa inaspettata delle sue opere è avvenuta su ordine personale di Stalin, dopo che colleghi artisti apparentemente noti - presumibilmente anche Svetlana Allilujewa sarebbe intervenuta con suo padre - avevano fatto una campagna per lei. Il volume conteneva opere dagli anni 1924 al 1940, nonché il nuovo ciclo Die Weide (Ива) .

Quando scoppiò la Grande Guerra Patriottica , la poetessa viveva ancora a Leningrado (come ora si chiamava San Pietroburgo), ma dopo l'inizio del blocco tedesco nel 1941 fu trasportata in aereo con altri scrittori via Mosca a Tashkent , dove lesse poesie ai feriti di guerra negli ospedali. Alcune poesie erano ancora ufficialmente accettate come "contributi patriottici alla guerra patriottica"; Nel 1942 il suo poema patriottico Bravery (pubblicato sulla stampa sovietica nel febbraio 1942) apparve persino sulla Pravda :

“Sappiamo cosa pesa di più
oggi , cosa sta succedendo oggi. L'ora del
coraggio ci ha colpito: chi si piega,
chi ci fa lega con essa?
Nonostante i proiettili morti, continuiamo a vivere
con la morte sotto il tetto.'
Resta con noi, parola russa,
grande lingua russa. Preserviamo per sempre la tua purezza e forza dalla
distruzione e dalla prigionia ".

Lev Kopelev descrive l'impressione che la poesia di Achmatova ha lasciato su di lui come segue: La poesia semplice e chiara suonava più udibile di tutti i versi bellicosi, tamburi, trombettieri, tuonanti ... A quel tempo la poesia di Achmatova mi sembrava soprattutto come un'espressione di il grande potere unificante della nostra guerra. Anche lei, la bella, bella signora, era con noi, proprio come i vecchi cavalieri dell'Ordine di San Giorgio... che avevano chiesto aiuto all'Armata Rossa.

Nel giugno 1944 riuscì a tornare dalla sua amata, ma nel frattempo cambiò completamente Leningrado. La guerra e le politiche repressive del governatore comunista Andrei Zhdanov avevano lasciato il segno nella città. La depressione e lo sconforto di Achmatova trovarono la loro strada nei suoi sketch in prosa di quel periodo, Three Lilac Trees (Три сирени) e Guest at Death (В гостях у смерти), che furono creati durante questo periodo.

Presto, tuttavia, anche lei sentì gli effetti delle campagne diffamatorie culturali e politiche in Zhdanovshchina : nel 1946 fu espulsa dall'associazione degli scrittori sovietici come rappresentante della "palude reazionaria senza fantasia" e due dei suoi nuovi volumi di poesie furono distrutti . Il segretario alla cultura del Comitato centrale (ZK), Andrei Zhdanov, l'ha pubblicamente bollata in un discorso come "metà suora, metà prostituta o meglio una suora-prostituta il cui peccato è saturo di preghiere". Dal punto di vista di Anna Achmatova, questo verdetto era dovuto alla sua breve relazione con Isaiah Berlin , che incontrò a Mosca nel 1945/46 quando il filosofo e storico inglese lavorava per l'ambasciata britannica a Mosca. Per lei il più giovane è diventato un “ospite dal futuro” e gli ha dedicato le poesie d'amore che aveva scritto negli ultimi vent'anni. Dopo il breve incontro nel 1946, lo incontrò di nuovo solo nel 1965, quando le fu conferita la laurea honoris causa a Oxford.

Da allora Anna Akhmatova si è occupata principalmente di traduzioni e trascrizioni letterarie; i poeti da lei tradotti includevano Victor Hugo , Rabindranath Tagore e Giacomo Leopardi . Il divieto di scrivere esistette fino al 1950, quando prima sulla rivista Ogonyok comparve una serie di poesie sul tema fama pace (Слава миру) ; queste poesie - tra cui due in lode di Stalin - sono considerate opere estorte e piuttosto imbarazzanti. Solo all'inizio del periodo del disgelo ricomparvero poesie più significative.

riabilitazione

Dopo la morte di Stalin, il poeta fu gradualmente riabilitato; le fu permesso di lavorare di nuovo e nel 1958 fu nuovamente accettata nell'associazione degli scrittori. Quando il poeta americano Robert Frost venne per la prima volta in Russia nel settembre 1962 come inviato del presidente Kennedy , volle essere presentato ad Anna Achmatova. Questo desiderio gli è concesso. Anna Achmatova ha vissuto questo incontro da una distanza ironica:

“Non mi è stato permesso di vederlo a casa. Il villaggio Potyomkin fu fondato nella dacia dell'accademico Alexeyev. Non ricordo da dove sia stato preso questa bella tovaglia, il cristallo. Ho un taglio di capelli festivo, vestito elegantemente ... E poi appare un vecchio. Un nonno americano, ma uno di quelli, si sa, che piano piano sta diventando nonna: guance rossicce, capelli bianchi, molto vivace. Ci sediamo uno accanto all'altro in poltrone di vimini, ci vengono serviti tutti i tipi di prelibatezze, versiamo vini diversi. Parliamo con calma. Ma continuo a pensare: tu, mio ​​caro amico, sei un poeta nazionale, ogni anno, ogni anno vengono pubblicati i tuoi libri, e ovviamente non hai poesie scritte solo "per il cassetto". Tutti i giornali e le riviste ti lodano, gli studenti sentono parlare di te nelle scuole, il presidente ti accoglie come ospite d'onore. Hai ricevuto tutti gli onori, la ricchezza e la fama immaginabili. E io? Quali cani non sono stati impostati su di me! In quale sporcizia non sono stato preso a calci?!
C'era di tutto: povertà, versi miserabili davanti alle carceri, paura, poesie che conoscevi solo a memoria, solo ricordate, e poesie che venivano bruciate. Umiliazione e sofferenza, ancora e ancora sofferenza... Tu non sai niente di tutto questo e non lo capiresti se te lo raccontassi... Ma adesso siamo seduti uno accanto all'altro, due vecchi in poltrone di vimini. Come se non ci fosse differenza. E la fine sarà la stessa per entrambi. Ma forse la differenza non è neanche così grande?"

Il suo poema epico in versi " Poesia senza eroe " (Поэмa без героя), su cui ha lavorato per 22 anni e che è considerata la sua opera più importante, è apparso in un almanacco letterario di New York nel 1960/61, nel 1963 in Russia. Lo si può vedere nella tradizione letteraria dei versi russi, che Pushkin fondò con Eugene Onegin nel 1833 e che riprese anche Alexander Blok.

Ancor più del solito, ha lavorato qui con complesse codifiche strutturali e temporali, che da un lato componevano il suo stile personale, dall'altro, in un'epoca di censura e oppressione, servivano semplicemente per l'autodifesa. E così fu pubblicato il volume di poesie, ma l'editore incaricato ammetteva apertamente difficoltà nella comprensione del testo.

Nel 1964 Anna Akhmatova ricevette il Premio Etna-Taormina a Taormina , in Sicilia . In questo viaggio conobbe a Roma Ingeborg Bachmann , che le dedicò poi la poesia Veritable .

Nel 1965 ha ricevuto un dottorato honoris causa dall'Università di Oxford e nello stesso anno è stata nominata per il Premio Nobel per la Letteratura . Due anni prima della sua morte, divenne presidente dell'associazione degli scrittori da cui era stata espulsa nel 1946. Il suo ciclo di poesie Requiem , che accusa il terrore sotto il governo di Stalin, non poteva apparire in Unione Sovietica fino al 1987. La pubblicazione è stata salutata come risultato della perestrojka . Dagli anni '30 citava poesie di persone di cui si fidava. Il suo collega scrittore Lev Kopelew descrive come recitò poesie da Requiem nel maggio 1962 dopo avergli chiesto di non scrivere le sue poesie :

“L'ho guardata, con fermezza, tutto l'imbarazzo era sparito... I miei occhi erano bagnati. Deve averlo notato anche lei. Con voce tesa ho chiesto: "Per favore, dillo di nuovo". In quei minuti ho solo pensato: aspetta, ricorda il più possibile. Ha pronunciato di nuovo l'epilogo. La musica dei versi emergeva nel suo petto, nel fondo della sua gola... Ho visto e sentito un'imperatrice della poesia - un monarca legittimo - era così poco sofisticata proprio perché non aveva bisogno di autoaffermazione. La loro regola era innegabile".

Tomba di Achmatova ( Komarovo )

Il 5 marzo 1966, tredicesimo anniversario della morte di Stalin, Anna Achmatova morì in una casa di riposo a Domodedovo vicino a Mosca. I giornali di Mosca l'hanno definita una scrittrice e poetessa eccezionale nei loro necrologi. La sua influenza poetica sui colleghi più giovani era particolarmente evidente in Joseph Brodsky .

La tomba di Anna Achmatova si trova nell'insediamento di Komarowo sul Mar Baltico, non lontano dalla sua città natale prescelta, che ora è di nuovo chiamata San Pietroburgo.

"Vado dove non ci aspettiamo altro,
dove ciò che ci era caro soffia solo come un'ombra,
dove quieto nella brezza giace un giardino silenzioso
e dove il piede è su un freddo passo."

Gli astronomi Lyudmila Georgijewna Karachkina e Lyudmila Schuravljowa le diedero il nome Akhmatova nel 1982 in onore del pianeta minore 3067 .

Lavori

  • Sera (notte). 1912.
  • Il rosario (Четки). 1914.
  • La folla bianca (Белая стая). 1917.
  • Piantaggine (Подорожник). 1921.
  • Anno Domini MCMXI. 1922.
  • Da sei libri (Из шести книг). 1940.
  • Poesie dal 1909 al 1945. Mosca / Leningrado 1946 (dopo il discorso di Zhdanov questa edizione delle poesie fu distrutta).
  • Poesia senza eroe (Поэмa без героя). 1963.
  • Requiem. Monaco 1963 (russo), pubblicato per la prima volta nel 1987 in URSS .
  • Il passare del tempo. 1909-1965. Mosca / Leningrado 1965.
  • Opere raccolte in 2 volumi. Inter-Language Literary Associates, New York 1965/1967, Monaco 1967/68.
  • Selezione. A cura di N. Bannikow. Mosca 1974.
  • Poesie e poesie. A cura di Viktor Shirmunski. Leningrado / Mosca 1976.
  • Poesie e prosa. A cura di B. Drujan. Leningrado 1976. (L'edizione fu effettivamente compilata da Lydia Chukovskaya , ma nel 1976 il suo nome non fu più autorizzato ad apparire pubblicamente in URSS.)
  • poesie. A cura di N. Bannikow. Mosca 1977.
  • A proposito di Puskin. Articoli e note. A cura di Emma Gerstein. Leningrado 1977.

Traduzioni

ricezione

Anna Achmatowa conobbe Ingeborg Bachmann alla fine del 1964 quando era in Sicilia per ricevere il Premio Etna-Taormina . Bachmann, da lei molto ammirata, le dedicò il poema Verily e lo eseguì alla cerimonia di premiazione il 12 dicembre 1964 nel teatro antico di Taormina, tra l'entusiasmo del poeta e la delegazione russa che l'accompagnava. L'importanza di Achmatowa per Bachmann è chiara anche altrove: la decisione di Bachmann di separarsi dalla Piper Verlag nel 1967 fu una protesta contro il fatto che la casa editrice avesse tradotto le poesie di Achmatowa dall'ex leader della Gioventù Hitleriana Hans Baumann .

A. Akhmatova e il suo contributo alla cultura sono descritti nel canone dell'educazione femminile di Berg, Meier et al. 2018 dato come esempio.

letteratura

link internet

Commons : Anna Akhmatova  - raccolta di immagini, video e file audio

Evidenze individuali

  1. ^ Traduzione: Johannes von Guenther ; citato da: Anna Akhmatova: Nel paese dello specchio - poesie selezionate. Monaco 1982, ISBN 3-492-02593-5 , pagina 8.
  2. 1° strofa dal Cantico dell'ultimo incontro ; Trasmissione: Peter Engel ; citato da: Anna Akhmatova: Im Spiegelland - Selected Poems, p.9.
  3. ^ Trasferimento: Kay Borowsky ; citato da: Anna Akhmatova: Im Spiegelland - Selected Poems, p.59.
  4. a b c Postfazione di Elisabeth Cheauré. In: Anna Achmatova: poesie d'amore. A cura di Ulla Hahn. Reclam, Stoccarda 2013, ISBN 978-3-15-010845-1 .
  5. Trasferimento: Ludolf Müller ; citato da: Anna Akhmatova: Im Spiegelland - Selected Poems, p.168.
  6. ^ Una piccola geografia, OM (1937). In: Akhmatova: Sobranije sotschineni , vol.
  7. ^ Traduzione: Ludolf Müller; citato da: Note su Anna Achmatova, p.232 .
  8. ^ Traduzione: Ludolf Müller; citato da: poesia russa - poesie di tre secoli. Selezionato e presentato da Efim Etkind . R. Piper & Co. Verlag, Monaco 1981, ISBN 3-492-02573-0 , p. 392.
  9. ^ Trasferimento: Alfred-Edgar Thoss; citato da: Anna Akhmatova: Im Spiegelland - Selected Poems, p.92.
  10. a b Trasferimento: Eva Rönnau e Marianne Wiebe in collaborazione con Lew Kopelew; citato da: Raissa Orlowa, Lew Kopelew: Contemporanei, Maestri, Amici. Knaus, Monaco, Amburgo 1989, ISBN 3-8135-0739-4 .
  11. Trasferimento: Ludolf Müller; citato da: Anna Akhmatova: Im Spiegelland - Selected Poems, p.148.
  12. Verena Auffermann , Gunhild Kübler , Ursula March , Elke Schmitter : Passioni: 99 autori della letteratura mondiale. C. Bertelsmann, Monaco di Baviera 2009, ISBN 978-3-570-01048-8 , pagina 11.
  13. lyrik-kabinett.de ( Memento del 16 gennaio 2014 in Internet Archive ). Si veda anche il riferimento nell'Art. Kay Borowsky .
  14. Vedi l'edizione di Philipp Reclam jun., Lipsia 1982 2 , p.147 annotazione ** (vedi bibliografia).
  15. Andrea Stoll: Ingeborg Bachmann: L'oscuro splendore della libertà. Bertelsmann, Gütersloh 2013, ISBN 3-570-10123-1 , pagina 281.
  16. Andrea Stoll: Ingeborg Bachmann: L'oscuro splendore della libertà. 2013, pagina 295.
  17. Felix Philipp Ingold : L' amicizia in tempi di terrore. Recensione su: Neue Zürcher Zeitung . 3 gennaio 2012, ISSN  0376-6829 , consultato il 3 gennaio 2012.