Shūrā

Shūrā ( arabo ? schura , DMG ..r. , anche: musch.wara; maschūra) significa consiglio; Comitato consultivo; Consiglio di giudizio. È un principio importante (qāʿida) della legge islamica . Secondo la dottrina giuridica , la consulenza, la convocazione di un organo consultivo in giurisprudenza, nonché in materia statale e decisioni politiche sono obbligatorie ( wāǧib ):

“Spetta al sovrano consultarsi con gli studiosi su ciò che lui stesso non sa e ciò che gli sembra poco chiaro nelle questioni religiose (var. Secolari). (Ha) inoltre con i comandanti dell'esercito circa la condotta della guerra, con personalità di alto rango sulle questioni del bene comune, con funzionari, ministri e governatori circa il bene e la guida del Paese".

- al-Qurtubī : al-Ǧāmiʿ li-aḥkām al-Qurʾān. Volume 5, pagina 380 (Beirut 2006) : al-mausūʿa al-fiqhiyya . (Kuwait 2004). Volume 26, pagina 280

Quelli nella dottrina legale generalmente accettata è che le scuole di diritto attraverso l'interpretazione della Sura 3 , versetto  159; non è, tuttavia, chiaro "a quale situazione storica allude il versetto":

Una shūrā nella città afghana di Chleqdad Chan con il capitano dell'aeronautica statunitense Ryan Weld e soldati rumeni

"... e consigliateli in merito! E quando avrai deciso (prima di tutto) allora confida in Dio».

- Traduzione: Rudi Paret

Per la conferma dell'origine coranica del pensiero schūrā si cita anche la sura 42 , versetto 38:

"... che ascoltano il loro Signore, pregano, si consultano l'un l'altro..."

- Traduzione: Rudi Paret

Storia islamica antica

Gli storiografi islamici registrano diversi episodi delle consultazioni del profeta Maometto con i suoi compagni su questioni di guerra, sul trattamento dei prigionieri di guerra e su questioni quotidiane che non furono chiarite nell'Apocalisse attraverso l'ispirazione verbale di Dio al Profeta. Poiché il Profeta aveva raccomandato più volte la consulenza ed era praticata da lui, la shūrā acquisì il suo carattere di sunna .

Secondo i resoconti storiografici, la prima consultazione completa avvenne alla vigilia dell'elezione del terzo califfo ʿUṯmān ibn ʿAffān , alla quale, su istruzione del califfo Umar, ferito a morte , sei persone di spicco della cerchia del Profeta ' I compagni di s formarono un comitato consultivo ( ahl asch-shūrā ) attorno al suo per determinare i successori dalla loro cerchia. L'elezione di ʿUṯmān è stata inizialmente confermata dal giuramento delle persone coinvolte nel collegio elettorale; nella storiografia è chiamato al-baiʿa al-ḫāṣṣa , l'"omaggio speciale/di base", seguito poi dal grande pubblico come al-baiʿa al-ʿāmma "l'omaggio pubblico". Sia Ibn Taimiya († 1328) che Ibn Ḫaldūn († 1406) considerano decisiva nelle loro analisi storiche la decisione e l'omaggio dei prominenti compagni profetici di questo collegio elettorale.

Tuttavia, la storiografia islamica non fornisce un quadro uniforme della comprensione della pratica shūrā nel primo periodo islamico. La critica al ruolo determinante svolto dalla preminenza di Medina è soprattutto resoconti che sembrano risalire a compilazioni da circoli del Mawālī . Prima del massacro del cammello z. Come il seguente discorso rivolto al popolo di Medina, all'origine del rapporto del cliente con gli Omayyadi ebbe probabilmente un ruolo il tradizionalista Yūnus ibn al-Yazīd ayli († 775) fuori dall'Egitto:

Emigranti ! Sei stato il primo a obbedire al messaggero di Dio, ottenendo così meriti. Poi altri (anche) hanno accettato l'Islam come te. Dopo la morte del Messaggero di Dio, hai giurato fedeltà a uno dei tuoi ranghi, ma - per Dio - non ci hai consultato su questo argomento. Attraverso il suo governo (cioè Abu Bakr ), Dio ha benedetto tutti i musulmani. Prima della sua morte ha poi scelto il suo successore tra il vostro gruppo, ma voi non ne avete discusso con noi. Ma abbiamo approvato e dato il nostro assenso. Quando il comandante dei credenti (cioè ʿUmar ibn al-Chattāb) morì, lasciò la scelta a sei persone; allora hai scelto ʿUthmān e gli hai giurato fedeltà senza consultarci (mašūra). Poi hai accusato quest'uomo di alcune cose di averlo ucciso senza chiedercelo e poi aver giurato fedeltà ad Alī - senza consultarci al riguardo. "

- at-Tabari : Taʾrīḫ : Muranyi (1973), 118

Il quadro qui mediato mostra che la Shura- Praxis e l'esercizio del potere sono strettamente legati alla priorità sociale e in retrospettiva la critica è stata esposta agli storici.

Quanto deve essere stata importante, allo stesso tempo ma anche controversa, l'istituzione della Shura nella scelta di 'Uṯmāns mostrano monografie nella tradizione storica antica che sono state date a questo particolare evento: il primo storico al-Sha'bi († 721) ha scritto un carta dal titolo Kitāb asch-shūrā wa-maqtalʿUṯmān (Libro sulla Shūrā e l'omicidio di ʿUṯmān), in cui descrive sia la scelta che l'omicidio del califfo. Ibn an-Nadīm († 995 o 998) cita una monografia di Abū Miḫnaf con lo stesso titolo . Il suo successore Al-Wāqidī († 823) scrisse un'opera simile con il titolo Kitāb asch-shūrā (Il libro della scelta [ʿUṯmāns]). Questi scritti sono conservati solo sotto forma di estratti nella successiva letteratura storiografica - da at-Tabari , al-Baladhuri , Muhammad ibn Saʿd e altri. In un frammento di papiro dall'opera storica di Ibn Isḥāq , i dettagli della Shūrā sono mostrati impreziositi da tendenze chiaramente sciite .

Organo consultivo giurisprudenziale

L'istituzione della Shura è entrata nella storia del diritto, specialmente nell'esercizio ufficiale di qadis particolare importanza. La consulenza era necessaria nei casi in cui erano note opinioni accademiche diverse, anche controverse . Poiché il giudice "non era sempre un giurista preparato", la consultazione si è resa necessaria. Se esiste già un giudizio giustificato nel Corano, nella Sunna o dall'Idschmāʿ dei giuristi, il consiglio è di conseguenza invalido.

L'autorità legale del parere dei giudici, che è stata istituita al più tardi da ʿAbd ar-Raḥmān b. al-Ḥakam († 852) esisteva ad al-Andalus , era composto da esperti giuristi che agivano come consulenti legali del giudice. Il compito del collegio degli avvocati (ahl asch-schūrā) era quello di combinare la pratica giudiziaria con la teoria giuridica generalmente accettata. Poiché il Qāḍī non era autorizzato a trovare e interpretare la legge in modo indipendente , nel suo giudizio ha dovuto concordare con l'opinione dei membri consultivi della Shūrā . Questo ruolo dello studioso consultivo è dunque assimilabile alla funzione del mufti - con la differenza, però, che le dichiarazioni sono state indirizzate solo al giudice in una causa speciale e non al pubblico in generale. In caso di pareri legali controversi degli avvocati consulenti, il giudice doveva avallare il parere del membro più dotto del collegio. (Christian Müller (1999), p. 253. Nota 293)

Tali file giudiziari, da cui emerge la funzione dell'istituzione Shūrā , sono stati raccolti e incorporati in opere legali successive come raccolte di documenti organizzate tematicamente. Una delle più antiche opere di questo genere, che è stato completamente conservato, è stato scritto dal andaluso, studiosa e Foro segretario Ibn Sahl († 1093). Uno dei tanti procedimenti in cui gli avvocati fungono da consulenti del giudice è così descritto:

“Alla presenza del giudice supremo, Aḥmad ibn Muḥammad, Muhammad ibn Kulaib, Muḥammad ibn Ziyād e Zakariyāʾ ibn Ḫumais testimoniano di conoscere ʿAbd Allah ibn Ḥamdūn (personalmente), che produce vino, vende, beve vino, immagazzina e socializza con il plebe e plebaglia. Poi lui (il giudice) chiese e Abū Ṣāliḥ, Ibn Lubāba e ʿUbaid Allāh ibn Yaḥyā “risposero:

“Abbiamo - che Dio vi conceda il successo - leggere e comprendere le testimonianze. Ottanta frustate sono la punizione per chi beve vino. Viene avvertito della produzione e della vendita in modo tale che si astenga dal farlo e non lo farà più. Per quanto riguarda i raduni della plebaglia e della plebaglia (con lui), viene ammonito ancora più severamente e imprigionato fino a quando non mostra pentimento e le testimonianze certificate contro di lui, secondo il suo diritto di opposizione, diventano note».

Shura non è da confondere con la democrazia laica o liberale e probabilmente corrisponde più da vicino alla pratica che era praticata anche dai “buoni” imperatori romani adottivi . Una concessione alle condizioni moderne è l'istituzione formale di un organo consultivo permanente , solitamente chiamato Majlis asch-Shura . Lo studioso islamico John L. Esposito osserva che nelle caratteristiche principali del termine shūra si può riconoscere un carattere democratico-elettorale.

letteratura

  • L'Enciclopedia dell'Islam. Volume 9. Nuova edizione. Brill, Leiden, p.504 (shūrā); Bd. (Mashwara)
  • al-mausūʿa al-fiqhiyya. (Enciclopedia del diritto islamico). Volume 26. Kuwait 2004, p.280ff.
  • Christian Müller: Pratica legale nella città-stato di Córdoba. Sul diritto della società in una tradizione giuridica malikita-islamica del 5°/11° Secolo. Brill, Leida 1999. pp. 151 ss.

Guarda anche

Evidenze individuali

  1. Vedi R. Paret: Il Corano . Commento e Concordanza. P. 84. Kohlhammer. Stoccarda 1980
  2. Josef van Ess: Ispirazione verbale? Linguaggio e rivelazione nella teologia islamica classica. In: Stefan Wild (Ed.): Il Corano come testo . pag. 177 e segg. Brill, Leida 1996
  3. al-mausūʿa al-fiqhiyya . Kuwait 2004. Volume 26, pp. 280-282
  4. al-mausūʿa al-fiqhiyya . Kuwait 2004. Volume 26. P. 280
  5. L'affermazione nel WP in lingua inglese che l'elezione del primo califfo Abū Bakr sia stata la prima Shūrā Shura è sbagliata. In effetti ci fu poi un "incontro tumultuoso" nel Saqīfa Saqifah di Banī Sa'ida, ma da una shura , gli storici non riportano
  6. Miklós Murányi : I compagni dei profeti nella prima storia islamica . Bonn 1973. pp. 119-121
  7. Fuat Sezgin: Storia della letteratura araba. Volume 1. pagina 519. Brill, Leida 1967
  8. Muranyi (1973), pp. 118-119; vedere: Michael G. Morony in: Journal of the American Oriental Society (JAOS), Vol. 97 (1977), pp. 195-197
  9. Fuat Sezgin (1967), p.277. There and in The Encyclopaedia of Islam . Nuova edizione. Volume 9. S. 504 è il titolo di correggere in cui erroneamente maqtal al-Husayn è
  10. Fihrist . Ed. Riḍā Taǧǧadud. Teheran 1971, pagina 105; Albrecht Noth: studi critici alla fonte su argomenti, forme e tendenze della prima tradizione storica islamica. Bonn 1973. pp. 34-35
  11. MJ Kister: Note su un resoconto della shūrā nominata da ʿUmar b. al-Khaṭṭāb. In: Journal of Semitic Studies (JSS) 9 (1964), pp. 320-326
  12. Christian Müller (1999), pagina 151; al-mausūʿa al-fiqhiyya. (Kuwait 2004). Volume 26, pagina 282
  13. faqīh muschāwar: Reinhart Dozy : Supplément aux dictionnaires arabes . 3. Edizione. Brill, Leiden, GP Maisonneuve et Larose, Paris 1967. Vol. 1, p.801 (sv š-wr)
  14. ^ Émile Tyan: Histoire de l'organization judicaire en pays d'Islam. Leida 1960. pp. 230-236
  15. Qāḍī a Cordoba († 312 AH)
  16. ^ Cittadini della città di Cordoba
  17. cioè tre studiosi della Shūrā
  18. Muhammad Abdel-Wahhab Khallaf (ed.): Documentos sobre las ordenanzas del zoco en la España musulmana ( Waṯāʾiq fī šuʾūn al-ḥisba fī ʾl-Andalus . Cairo 1985. pp. 109–110 - edizione in arabo)
  19. ^  John L. Esposito: The Oxford Dictionary of Islam . Oxford University Press, 2004, ISBN 0-19-512558-4 , pp. 74 : “La compatibilità e l'ammissibilità delle elezioni nell'Islam sono oggetto di un lungo dibattito. Il consenso della maggior parte degli studiosi moderni è che non esiste alcuna sanzione esplicita contro le elezioni nel Corano e nella Sunnah. Sebbene le fonti testuali non specifichino particolari meccanismi di governo, molti indicano l'enfasi del Corano sulla shura (consultazione) come prova del carattere essenzialmente democratico dell'Islam. Infatti, i primi califfi o successori del profeta Maometto furono scelti da e dai capi della comunità musulmana attraverso una forma di processo elettorale. Alcuni pensatori più recenti affermano la compatibilità dell'Islam con le elezioni”