La serva padrona

Dati di lavoro
Titolo: La cameriera come amante
Titolo originale: La serva padrona
Programma del 1739, in cui La serva padrona viene annunciata come intermezzo per l'opera seria di Vivaldi L'odio vinto dalla costanza

Libretto di programma del 1739, in cui viene annunciata La Serva Padrona come intermezzo per l'opera seria di Vivaldi L'odio vinto dalla Costanza

Forma: intermezzo
Lingua originale: italiano
Musica: Giovanni Battista Pergolesi
Libretto : Gennaro Antonio Federico
Prima: 5 settembre 1733
Luogo della prima: Napoli, Teatro San Bartolomeo
Tempo di esecuzione: circa 50 minuti
Luogo e ora dell'azione: In una stanza in Italia intorno al 1730
persone
  • Serpina, serva ( soprano )
  • Uberto vecchio scapolo ( basso )
  • Vespone, servo (ruolo muto)

La serva padrona ( The Maid come padrona ) è un intermezzo lirica in due parti da Giovanni Battista Pergolesi . Il libretto è stato scritto da Gennaro Antonio Federico . Il lavoro è stato debuttato il 5 Set 1733 al Teatro San Bartolomeo di Napoli tra i tre atti di l' dell'opera seria Il prigionier superbo dallo stesso autore.

complotto

luogo e ora

L'opera è ambientata in una casa elegante di una città italiana all'epoca della sua prima, cioè negli anni '30 del Settecento. Il tema di fondo della trama viene dalla Commedia dell'arte : una vecchia e ricca sula viene ingannata dal suo giovane e risoluto servitore per convincerlo a sposarlo. La trama è costellata di commedie situazionali e disegni di tipo caricaturale.

Prima parte

Il vecchio scapolo Uberto aspetta invano da ore che la sua cameriera Serpina gli serva finalmente la colazione (Aria Uberto: “Aspettare e non venire”). Manda il suo servo Vespone a cercarla. Uberto si incolpa del comportamento di Serpina. Una volta l'aveva accolta da ragazzina e l'aveva viziata come una figlia. Ora sa quanto il suo datore di lavoro dipenda da lei, e lascia che lui e Vespone lo sentano ancora e ancora. Quando entra nella stanza con Vespone, lo insulta, insiste per essere rispettata come un'amante e minaccia di picchiarlo. Uberto è in perdita (Aria Uberto: “Semper in contrasti”). Per evitare la rabbia crescente di Serpina, annuncia che andrà a fare una passeggiata. Ma lei glielo proibisce - dopotutto, è mezzogiorno. Dovrebbe solo stare zitto (Aria Serpina: "Stizzoso, mio ​​stizzoso"). Ora il collare di Uberto sta scoppiando. Incarica Vespone di trovargli una sposa - preferirebbe persino un'arpia al reggimento di Serpina. Ma Serpina è certa che sarà lei stessa la prescelta e futura padrona di casa (duetto: “Lo conosco a quegli occhietti”).

Seconda parte

Serpina ha escogitato un piano intelligente e ha promesso di avere Vespone dalla sua parte. Per incitare la gelosia di Uberto, finge di volersi sposare anche lei. Il suo sposo è il "Capitan Tempesta" ("Capitano Ungewitter"). Fa notare a Uberto quanto gli mancherà (Aria Serpina: "A Serpina penserete"). Mentre Serpina va a prendere il prescelto, già in Uberto si agitano sentimenti (Aria Uberto: “Son imbrogliato io già”). Serpina ritorna con il suo sposo dall'aspetto minaccioso. Tuttavia, questo non è altro che il servo Vespone travestito da soldato. Non dice una parola e risponde alle domande solo con i gesti. Serpina spiega al vecchio Hagestolz che il suo amante esige una dote di 4.000 scudi. Altrimenti Uberto dovrebbe sposarla lui stesso o Tempesta lo farebbe a pezzi. Il vecchio Uberto si arrende. Promette di condurla lui stesso all'altare. Con questo Serpina ha raggiunto il suo obiettivo: sarà la nuova amante. Vespone si toglie il travestimento e tutti sono soddisfatti (duetto: “Contento tu sarai” o “Per te ho io nel core”).

disposizione

Numeri musicali

L'opera fa a meno di una sinfonia introduttiva. Contiene i seguenti numeri musicali:

Prima parte

  • Aria (Uberto): "Aspettare e non venire"
  • Aria (Uberto): "Sempre in contrasto"
  • Aria (Serpina): "Stizzoso, mio ​​stizzoso"
  • Duetto (Serpina, Uberto): "Lo conosco a quegli occhietti"

Seconda parte

  • Aria (Serpina): "A Serpina penserete"
  • Aria (Uberto): "Son imbrogliato io già"
  • Duet (Serpina, Uberto): "Contento tu sarai"
  • Duetto (Serpina, Uberto): "Per te ho io nel core" (Duetto finale alternativo, Napoli 1735, da Il Flaminio )

libretto

A differenza di molte altre commedie contemporanee, il testo fa a meno dei ruoli dialettali, ma è comunque scritto in un linguaggio popolare. Le due parti del lavoro sono strutturate in modo diverso. Si relazionano tra loro nel loro drammatico sviluppo. L'argomento di Serpina nella prima parte porta alla completa confusione del suo padrone. Nella seconda parte non dominano più le parole, ma l'esagerata commedia travestita Serpina e il servo muto. Quest'ultimo è significativo per entrambe le parti: nella prima parte funge da medium per la violenza fisica di Serpina e la sua discussione con Uberto, nella seconda parte è essenziale per la commedia.

musica

L'orchestra dell'opera è composta da archi e basso continuo , l'allora comune orchestra barocca. Il primo e il secondo violino, così come la viola e il basso, suonano occasionalmente all'unisono, in modo che l'impostazione orchestrale sia quindi solo per due voci.

Le arie vivaci usano una forma da capo in tre parti . Le melodie sono basate sulla musica popolare del sud Italia. Pergolesi fece a meno di passaggi virtuosistici o della parodia delle arie dell'opera seria , come spesso apparivano in opere simili. L'unica allusione alla forma operistica più ampia è un recitativo Accompagnato al posto dell'altrimenti usato Seccos. Questi ultimi non appaiono stilizzati, ma rappresentano piuttosto un dialogo animato da ripetizioni di parole, chiacchiere veloci o sillabe accorciate.

La musica supporta in modo speciale la caratterizzazione dei due personaggi principali. L'incertezza di Uberto è illustrata da motivi orchestrali contrastanti. Al contrario, la musica di Serpina è caratterizzata da melodie vocali e folk. Forme musicali regolari e chiaramente strutturate rappresentano la loro autostima.

L'aria virtuosistica di Uberto “Aspettare e non venire”, in cui esprime la sua insoddisfazione per la sua cameriera, è in tre parti. Inizia con toni alti che portano a una caduta di ottava. La frase viene ripetuta tre volte in ogni registro superiore. Le due parti seguenti consistono ciascuna in varie ripetizioni della prima parte con valori di nota abbreviati, il che riflette la crescente confusione di Uberto.

La prima aria da capo completa di Uberto è “Semper in contrasti”. Si compone di brevi motivi melodici e ritmici a testi come "e qua e la", "e su e giù" o "e si e no", che riflettono la sua continua lotta verbale con Serpina.

Il culmine drammatico della prima parte è il duetto finale “Lo conosco a quegli occhietti” con la sua battaglia musicale di parole tra i due protagonisti. I motivi musicali di Uberto sono sempre più simili a quelli di Serpina.

L'aria di Serpina “A Serpina penserete” all'inizio della seconda parte descrive ironicamente il lamento di Uberto per la sua imminente perdita.I mutevoli stati d'animo sono rappresentati da misure contrastanti di tempo e tempi.

Ci sono connessioni motiviche tra la seconda e la terza aria di Uberto (“Semper in contrasti” o “Son imbrogliato io già”).

Nell'originale duetto finale, Pergolesi è stato attento a presentare l'unione dei due personaggi principali con cautela come una pura necessità senza veri sentimenti d'amore. Poiché questa conclusione fu giudicata insoddisfacente da alcuni suoi contemporanei, fu sostituita dal 1735 dal più virtuosistico duetto “Per te ho io nel core” dal Flaminio.

Storia del lavoro

Dopo che la stagione carnevalesca del 1733 fu annullata a causa di un terremoto che colpì Napoli il 29 novembre 1732, Pergolesi, che aveva solo 23 anni, ebbe il privilegio di comporre l'opera Il prigionier il 28 agosto 1733 in occasione del 42° compleanno dell'imperatrice Elisabeth Christine superbo commissionato. Tuttavia, per ragioni sconosciute, la prima ha avuto luogo pochi giorni dopo. Come era consuetudine all'epoca, tra i tre atti di quest'opera venivano suonate le due parti di un intermezzo , in questo caso La serva padrona. Opera e intermezzo non hanno contesto in termini di contenuto e sono stati eseguiti da diversi interpreti. I ruoli buffo degli intermezzi erano solitamente assunti da cantanti specializzati in essi.

Il libretto di Gennaro Antonio Federico è tratto da un'opera teatrale omonima di Jacopo Angelo Nelli , pubblicata nel 1731 e che contiene già gli elementi essenziali dell'intermezzo. I personaggi sono tratti dalla Commedia dell'arte .

Alla prima il 5 settembre 1733 al Teatro San Bartolomeo di Napoli, il soprano Laura Monti cantò come Serpina e il basso Gioacchino Corrado come Uberto. I due ottennero grande popolarità a Napoli nei tre anni successivi. Il successo dell'opera ha evidentemente portato a esecuzioni separate de La serva padrona subito dopo la sua prima esecuzione .

ricezione

Dopo la prima mondiale, La serva padrona è rimasta - estremamente atipica per l'epoca - per due decenni senza notevoli cambiamenti nel repertorio. È stato proiettato in più di 60 teatri in tutta Europa. Solo il duetto finale è stato occasionalmente sostituito dal 1735 da “Per te ho io nel core” dalla Commedia per musica Il Flaminio di Pergolesi . L'opera acquisì importanza politica grazie alle sue frequenti rappresentazioni nell'Italia settentrionale, che fu occupata dagli Asburgo dopo la guerra di successione polacca.La protesta contro gli sgraditi nuovi sovrani fu simboleggiata dalla cameriera che si ribellò al suo dominio. Nella stessa Napoli, La serva padrona fu ripetuta nel 1738 su richiesta della regina borbonica Maria Amalia . Il tuo commento tradizionale secondo cui il compositore è già morto, ma è un grande uomo, è un riconoscimento speciale per la sua realizzazione creativa.

Pochi anni dopo le rappresentazioni a Parigi si rivelarono di particolare importanza. La prima rappresentazione lì il 4 ottobre 1746 andò senza molta attenzione. La critica ha notato solo "semplicità e grazia di espressione". Quando l'intermezzo fu combinato il 1 agosto 1752 all'Académie Royale con l' opera pastorale Acis et Galatée di Lully , divenne il centro di discussioni controverse. La compagnia d'opera italiana del compositore e direttore Eustachio Bambini ha eseguito un totale di 14 opere buffe in stile italiano tra il 1752 e il 1754, tra cui La serva padrona . Questo stile era ancora sconosciuto in Francia all'epoca e portò alla divisione del pubblico in due campi, che si combattevano tra loro in opuscoli e articoli di giornale. Il conflitto in cui l' opera buffa italiana fu messa in contrasto con gli standard obsoleti dell'opera francese divenne in seguito nota come disputa buffonista . Ha avuto un'influenza duratura sull'ulteriore sviluppo dell'opera e alla fine ha portato allo sviluppo del genere dell'Opéra-comique . Oltre a La serva padrona , altre cinque opere eseguite da Bambini contenevano musiche di Pergolesi. Lo stile italiano è stato propagato da enciclopedisti come Rousseau , Friedrich Melchior Grimm e Denis Diderot , tra gli altri . Lo stesso Rousseau trasferì stilemi da La serva padrona al suo intermezzo francese Le devin du village del 1752. Due anni dopo, Pierre Baurans tradusse in francese l'originale di Pergolesi con il titolo La servante maîtresse . Ha rivisto il lavoro, ha sostituito i recitativi con dialoghi francesi, ha rinominato i personaggi principali e ha aggiunto altri numeri musicali.

Nell'area di lingua tedesca, La serva padrona fu inizialmente eseguita in italiano dal 1739. Solo molto più tardi traduzioni e adattamenti tedeschi si diffusero sotto titoli come Zofenherrschaft (Berlino 1810, traduzione di Karl Alexander Herklots basata sulla versione francese del 1754) o Die imperious maid (Darmstadt 1810). In alcune precedenti rappresentazioni in lingua tedesca del 1770, l'origine del testo e del materiale musicale è incerta.

Il lavoro è stato eseguito frequentemente anche in Inghilterra, spesso come performance all'aperto. Una traduzione inglese e un adattamento di Stephen Storace senior (circa 1725 - 1781) e James Oswald ebbero un grande successo a Marylebone Gardens nel 1759. I due hanno aggiunto un altro ruolo e un terzo atto.Questa versione è stata data anche al King's Theatre di Haymarket , al Theatre Royal Drury Lane , ai Ranelagh Gardens e al Covent Garden . Divenne il modello per molte altre versioni inglesi, tra cui The Maid the Mistress del 1770 con musica completamente nuova di Charles Dibdin basata su un libretto di Bickerstaff (rivisto come He Wou'd if he Could nel 1771 ).

Giovanni Paisiello mise nuovamente in musica il libretto di Federico nel 1781 (→ La serva padrona ). Ha rivisto il testo nel senso di un brano musicale emozionante e ha aggiunto un'ouverture, due ulteriori arie di Serpina e un duetto. Con ciò ha raggiunto una lunghezza totale di più di un'ora. Ha creato un pezzo finale in tre movimenti dai due duetti finali alternativi.

Il pezzo è stato suonato in diverse versioni per tutto il XIX secolo. Un adattamento francese di François-Auguste Gevaert , pubblicato per la prima volta nel 1861 all'Opéra-Comique di Parigi, durò fino al XX secolo. Hans Michel Schletterer scrisse una nuova traduzione tedesca per Amburgo nel 1880 con il titolo Die Magd als Herrin. In connessione con le produzioni di Monaco (1901, Franz Wüllner ), Venezia (1907, Ermanno Wolf-Ferrari ), Vienna (1909, Richard Kleinmichel ) e Lauchstädt (1910, Hermann Abert sulla base delle fonti originali), nuove edizioni della partitura o la riduzione per pianoforte sono stati pubblicati. Importanti produzioni della seconda metà del Novecento sono state nel 1952/53/61 della Scuola Scala di Milano (recitata anche a Parigi nel 1953) e nel 1958 dell'Opera da Camera di Roma (direttore: Renato Fasano , regia e scenografia- su: Corrado Pavolini). Quest'ultima produzione è stata spesso eseguita fuori dall'Italia per diversi anni.

Nel 1998, una parafrasi del compositore danese Bent Lorentzen dal titolo Pergolesis Heimservice è stata presentata per la prima volta ad Aarhus .

Poiché La serva padrona è stata in repertorio senza interruzioni sin dalla sua prima rappresentazione nel 1733, è considerata una delle prime opere di repertorio.

Registrazioni

La serva padrona è apparsa più volte sui fonogrammi. Andreas Ommer nomina 28 registrazioni nel periodo dal 1949 al 2003. Di seguito vengono quindi elencate solo quelle registrazioni che si sono particolarmente distinte su riviste specializzate, guide d'opera o simili o che meritano di essere citate per altri motivi.

  • 1941 (studio; prima registrazione conosciuta): Alfredo Simonetto (direttore), orchestra EIAR. Angelica Tuccari (Serpina), Sesto Bruscantini (Uberto). Fonit-Cetra CDO 33 (1 CD).
  • 1969? (Studio; completo; con duetto finale da Il Flaminio ; recensione su Gramophone 9/1992: “di gran lunga la più convincente delle due versioni dell'intermezzo di Pergolesi attualmente disponibili nel Catalogo Classico ”): Franzjosef Maier (direttore d'orchestra), Collegium Aureum . Maddalena Bonifaccio (Serpina), Siegmund Nimsgern (Uberto). EMI / EL LP: EL 16 635 (1 LP).
  • 1986 (studio; contiene entrambi i duetti finali; recensione su Gramophone 7/1987: “In breve, la performance è molto più musicale della maggior parte”): Pál Németh (direttore d'orchestra), Capella Savaria. Katalin Farkas (Serpina), József Gregor (Uberto). Hungaroton HCD 12846 (1 CD).
  • 1995 (studio): Gilbert Bezzina (direttore d'orchestra; recensione su Gramophone 4/1996: "Complessivamente, questa è una registrazione piacevole, la migliore attualmente disponibile di questo pezzo"), Ensemble Baroque de Nice. Isabelle Poulenard (Serpina), Philippe Cantor (Uberto). Pierre Verany PV795111 (1 CD).
  • 23 novembre 1996 (anche video; live dal Lunatheater Bruxelles; insieme a Livietta e Tracollo ; recensione su Gramophone 11/1997): Sigiswald Kuijken (direttore d'orchestra), Ferruccio Soleri (messa in scena), La Petite Bande . Patricia Biccirè (Serpina), Donato di Stefano (Uberto). TDK DV-LTSP (DVD), accento 96123 (1 CD).

link internet

Evidenze individuali

  1. a b c d La serva padrona. In: Guida all'opera di Harenberg. 4a edizione. Meyers Lexikonverlag, 2003, ISBN 3-411-76107-5 , pagina 649.
  2. a b c d e f g h i Gordana Lazarevich:  Serva padrona, La. In: Grove Music Online (inglese; abbonamento richiesto).
  3. Informazioni nel libretto del 1733
  4. a b c d e f g h i j k l m n o Jürgen Schläder: La serva padrona. In: Enciclopedia del teatro musicale di Piper. Vol. 4. Opere. Massine - Piccinni. Piper, Monaco e Zurigo 1991, ISBN 3-492-02414-9 , pp. 681-684.
  5. La serva padrona (Pergolesi). In: Opernlexikon di Reclam. Philipp Reclam giugno, 2001. Biblioteca digitale, volume 52, pagina 2374.
  6. ^ Ulrich Schreiber : Guida all'opera per studenti avanzati. Dalle origini alla Rivoluzione francese. 2a edizione. Bärenreiter, Kassel 2000, ISBN 3-7618-0899-2 , pp. 244-247.
  7. Prigionier superbo, Il. Informazioni sull'opera su operamanager.com , consultato il 12 settembre 2016.
  8. ^ Registrazione della rappresentazione del 5 settembre 1733 al Teatro San Bartolomeo nel sistema informativo Corago dell'Università di Bologna .
  9. Herbert Schneider , Reinhard Wiesend (a cura di): L'opera nel XVIII secolo (= manuale dei generi musicali. Volume 12). Laaber, 2001, ISBN 3-89007-135-X , pagina 15.
  10. a b c d e f Giovanni Battista Pergolesi. In: Andreas Ommer : Elenco di tutte le registrazioni complete dell'opera. Zeno.org , volume 20.
  11. Dati sulla registrazione di Alfredo Simonetto su operabaroque.fr, consultato il 27 settembre 2016.
  12. Nicholas Anderson: recensione del CD di Franzjosef Maier su Gramophone (9/1992), consultato il 27 settembre 2016.
  13. Stanley Sadie : recensione della registrazione di Pál Németh su Gramophone (7/1987), consultata il 27 settembre 2016.
  14. Lionel Salter: recensione della registrazione di Gilbert Bezzina su Gramophone (4/1996), consultata il 27 settembre 2016.
  15. Recensione della registrazione di Sigiswald Kuijken (CD) su Gramophone (11/1997), consultata il 27 settembre 2016.
  16. Recensione della registrazione di Sigiswald Kuijken (DVD) su Gramophone (13/2002), consultata il 27 settembre 2016.